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l’incontro

Regionali, il cantiere aperto dei “costruttori del centro”

Reunion della Federazione popolare dei democratici cristiani, che guarda alle elezioni di autunno. Al tavolo (anche) volti che hanno fatto la storia della Dc calabrese

Pubblicato il: 28/05/2021 – 13:59
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Regionali, il cantiere aperto dei “costruttori del centro”

CATANZARO Il cantiere aperto dei “costruttori del centro” e dei “federatori del moderatismo”. Vogliono esserci anche loro, e probabilmente ci saranno, alle prossime elezioni regionali: hanno lo Scudocrociato nel cuore e nell’anima e non si arrendono all’idea di vederlo seppellire sotto il peso dei populismi, degli estremismi e della politica mordi e fuggi sui social. È la Federazione popolare dei democratici cristiani che da tempo sta provando a rimettere in acqua la “Balena Bianca” ricongiungendo i mille rivoli della diaspora Dc e ora prova a piantare le sue radici anche in Calabria.

La prima riunione a Catanzaro

Oggi un primo step, a Catanzaro, una riunione del coordinamento regionale della federazione nella segreteria politica di Mario Tassone, volto storico della Dc, pluriparlamentare e oggi leader nazionale del Nuovo Cdu, uno degli azionisti di questa aggregazione che coinvolge anche l’Udc e la Dc nelle sue odierne e spesso sfuggenti declinazioni. «Stiamo portando avanti, con l’obiettivo naturalmente di riuscirci, questo tentativo di raccogliere tutte le realtà che provengono dalla storia del popolarismo cattolico, i cristiani democratici, i liberali riformisti, una realtà molto vasta, e individuare un’area di centro legata alla cultura e alla pratica della democrazia, della libertà e del recupero del senso e del primato della politica, che oggi non c’è», sostiene Tassone. Non è ovviamente un’impresa facile (per non dire che è un’impresa impossibile), perché il rischio di essere solo “prigionieri del sogno (Dc)”, di fare puro reducismo e di apparire e soprattutto essere fuori dal tempo e dalla storia è fortissimo, e perché c’è da intercettare soprattutto un elettorato giovane che però guarda, oggettivamente, ad altre latitudini. «Cerchiamo di dare un generoso contributo per formulare una proposta. Vorremmo parlare di Recovery Plan, interclassismo, solidarietà, terzo settore, sviluppo, correggendo vecchie, e a noi non imputabili, questioni che possono essere sorte nel passato. Questo soggetto federativo si propone di diventare soggetto politico vero e proprio», dice a sua volta Vincenzo Speziali jr, coordinatore organizzativo della Federazione della federazione popolare dei democratici cristiani. Che aggiunge: «Non è un’operazione nostalgia: penso che l’esperienza e la cultura del popolassimo democratico cristiano sia estremamente attuale, rispetto alle nefaste ideologie del passato, quella fascista e quella comunista, non solo siamo l’usato sicuro ma – sottolinea Speziali – siamo più attuali che mai». Intanto, la riunione di oggi attira un bel po’ di mondo democristiano e comunque centrista che ancora ha il “sacro fuoco” della politica nonostante l’ingiuria del tempo e degli anni che passano (e purtroppo – forse – anche dei voti che passano…): il già europarlamentare Nino Gemelli, il già parlamentare e amministratore regionale Lillo Manti, il già parlamentare Giuseppe Siciliani (deputato nel 1994 con il Patto Segni), e ancora, tra gli altri, Franco Pichierri, Paolo Arillotta, Santino Garofalo, Giancarlo Nicotera, Vito Bordino. Tra gli osservatori a un certo punto appare anche Enzo Sculco, e alcuni dei presenti incrociano nei paraggi anche Nanà Veraldi, che in una battuta – «ho sentito odore di democristiani…» – sembra sintetizzare e racchiudere il senso della giornata.

Lo sguardo alle Regionali d’autunno

Ma lo sforzo corale è quello di guardare avanti: «L’obiettivo – rileva ancora Tassone – è fornire il nostro contributo all’appuntamento elettorale regionale, perché la Calabria ha bisogno di un forte richiamo a quei valori di ispirazione cristiana mettendo al bando l’attuale pressappochismo e improvvisazione. Oggi c’è molta confusione, in Calabria come in tutto il Paese, perché manca la politica, quella che si fondava sulla dialettica dal confronto su idee e progetti che facevano crescere e su orizzonti da perseguire mentre oggi ci sono solo scontri per l’occupazione di spazi. Stiamo pensando di costruire una lista con tutto quel mondo legato alla stagione della democrazia, della libertà dei diritti: il Consiglio regionale dovrà interpretare davvero la sovranità popolare dei calabresi». Quanto alla collocazione, non la si dice apertamente (come del resto insegna la buona storia democristiana), ma ovviamente l’inclinazione pende verso il centrodestra: «Anche se io ho qualche sofferenza con questo centrodestra perché io perseguo un centro moderato, e però la sinistra presenta delle impraticabilità di campo, soprattutto in Calabria», dice Tassone. E Speziali a chiudere: «Essendo noi connaturati al moderatismo e quindi alla moderazione, dovremmo cercare di aggregarci in un’area di moderati. Ma aggregarci non significa che diventiamo gregari: abbiamo l’ambizione di presentare, ancor prima dei pennacchi, una precisa proposta politica. Noi facciamo politica, non ho alcun lascito testamentario da ossequiare o rispettare. Certo, è normale che l’area moderata sia distante da de Magistris, con tutto il rispetto per la storia dell’amministratore e del politico. Noi democristiani siamo legalitari, non giustizialisti, il giustizialismo è una sterile schizofrenia che insieme al dilettantismo ha prodotto disastri e disguidi». (c. a.)

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