CORIGLIANO ROSSANO Un consiglio comunale a metà fra la fiera dell’ovvio, della disorganizzazione, conclusosi con una sorta di «caccia alle streghe» all’indirizzo del segretario comunale, Paolo Lo Moro e di un dipendente comunale, querelato per diffamazione da un gruppo folto di consiglieri di opposizione.
Otto ore di ovvietà – soprattutto nelle discussioni sorte attorno al progetto del nuovo tracciato della statale 106 Sibari-Rossano e in tema sicurezza del territorio – se non con un dato più unico che raro da quando l’Amministrazione Stasi è al governo della città. Ovvero maggioranze e opposizioni in sintonia nel chiedere lumi e «rispetto» ad Anas su un progetto non progetto, senza dotazione finanziaria e senza relazioni tecniche. Per questi motivi gli interventi sul tema proposto in consiglio dalle minoranze, sostanzialmente hanno ruotato sulla medesima considerazione: senza uno straccio di fattibilità, è inutile vagliare qualunque delle tre opzioni proposte dall’ente stradale.
Per certi aspetti sono sembrati tutti d’accordo sul tema ss106, nonostante non siano stati pochi gli attacchi al sindaco da parte delle opposizioni che hanno chiesto un tavolo di concertazione per «governare il processo» ed evitare che le decisioni passino sopra la massima assise comunale. In modo bipartisan è emersa l’inutilità di analizzare un’opera – seppur presentata in pompa magna a marzo scorso dal sottosegretario alle infrastrutture Cancelleri – che ad oggi non è dotata di un progetto definitivo, di risorse finanziarie, di relazioni tecniche.
Anche sul tema sicurezza si sono registrati unità di intenti, con gli ovvi distinguo di vedute fra maggioranza e opposizione, nella necessità di una più congrua presenza dello Stato sul territorio, dopo l’escalation di fatti criminosi come la trentina di mezzi dati alle fiamme nel solo 2021.
Ma è stato il punto in discussione sui concorsi – anche questo proposto dalle opposizioni consiliari – a generare il caos con i dubbi mossi dai consiglieri di minoranza sull’operato di una commissione che ha redatto verbali poi finiti nelle attenzioni della Guardia di finanza e nelle maglie della magistratura per l’accusa di assenteismo indirizzata ad funzionario della Polizia municipale, inibito per tre mesi.
Non prima, però, di aver assistito al richiamo del capogruppo del Pd, Aldo Zagarese all’indirizzo della presidenza perché in aula non erano presenti i gonfaloni della città – Corigliano Rossano ancora non ne espone uno unico – senza i quali, da protocollo, non è possibile svolgere i lavori consiliari. Conseguenziale la sospensione della seduta da parte della presidente Marinella Grillo («non posso pensare a tutto io» ha detto stizzita riferendosi ai responsabili della sala consiliare), per 45 minuti dedicati al recupero delle insegne “perdute”.
All’inizio del punto all’ordine del giorno sulla «”Richiesta a firma dei gruppi consiliari di minoranza avente ad oggetto “Concorso pubblico relativo alla copertura di n.16 istruttori di vigilanza categoria “C” a tempo pieno e determinato. Inchiesta giudiziaria”», benché sindaco e maggioranza non abbiano compreso il «nesso» fra l’istanza presentata e le effettive argomentazioni riportate dalle minoranze, accusate di «caccia alle streghe in una vicenda che deve fare ancora il suo corso», la consigliera di opposizione Adele Olivo ha ricostruito una vicenda «che va avanti da un anno e mezzo» e che vede coinvolto un dipendente comunale accusato e querelato per diffamazione dalle opposizioni. La consigliera ha raccontato di aver chiesto spiegazioni sull’iter del provvedimento disciplinare al segretario comunale nei giorni scorsi e di essersi sentita «presa in giro» quando Lo Moro le avrebbe risposto che il fascicolo sul provvedimento era andato perduto, all’interno di una borsa rubata allo stesso funzionario. Nessuna replica specifica è giunta sull’argomento, se non la difesa d’ufficio di qualche consigliere di maggioranza e le conclusioni sul punto del sindaco Stasi a proposito dell’inopportunità di una discussione del genere nel mezzo di un’inchiesta.
A margine dei lavori consiliari, ma nel bel mezzo dell’assise pubblicate sull’albo pretorio, ha fatto molto discutere anche il decreto di revoca di alcune deleghe dirigenziali ad interim che Stasi aveva affidato al segretario comunale «per una serie di fattori contingenti che, in quel momento, rendevano necessario questo passaggio transitorio». Probabilmente il sindaco avrà deciso di dismettere alcuni incarichi anche per questioni di opportunità. Lo Moro, in questi ultimi mesi è stato gravato da deleghe pesanti come l’Avvocatura civica, la Polizia municipale e le Risorse Umane ed informatizzazione, affidategli come “traghettatore” in attesa che fossero reclutati dirigenti ad hoc. E così la “Polizia Municipale” è stata affidata al dirigente di ruolo Antonio Le Fosse già delegato agli “Affari generali” e le “Risorse Umane ed informatizzazione” al dirigente pro tempore Danilo Fragale del settore “Bilancio e servizi finanziari”, “Tributi” e “Patrimonio”.
Ultima nota a margine al termine di un consiglio comunale sopra le righe, le minacce di querela che si sarebbero consumate nei corridoi della sala consiliare. (l.latella@corrierecal.it)
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