CATANZARO «Questo è un furto con dedica: te ne devi andare». Nello Grampone si sta preparando ad andare al lavoro dopo avere parlato per ore con gli agenti della Squadra mobile di Catanzaro. È il gestore del lido “Jonio” che si trova in località Giovino a Catanzaro Lido. La scorsa notte, alle 23:15 circa, stava sistemando il lido alla fine della serata quando si è accorto che qualcuno gli aveva rubato un furgone. «Questo non è un semplice furto, è un messaggio – dice Grampone – noi pensiamo che dietro ci sia un disegno diverso. Tra l’altro il furgone non è nemmeno nostro, ci era stato dato in prestito. Ma il problema non è questo. Le domande alle quali cerchiamo di trovare risposte sono: a chi diamo fastidio? Perché solo questo lido subisce così tante intimidazioni?» Nello Grampone e sua moglie Matilde Talotta, titolare dello stabilimento, sono stati riconosciuti vittime di racket. Dal 2016, da quando la coppia ha preso in gestione il lido, hanno subito due incendi: il 19 luglio 2017 e il 6 gennaio 2018. In tempi recenti, invece, hanno subito il taglio della cisterna d’acqua, da 10mila litri, dello stabilimento e il gestore è stato avvicinato da un soggetto che gli ha rivolto frasi sibilline ma il cui tenore, racconta Grampone, era inequivocabile: «Te ne devi andare».
«Se non fosse per la fiducia che nutriamo nei confronti della Squadra mobile, seconda sezione, e nella Procura di Catanzaro, guidata da Gratteri, ce ne saremmo andati a gambe levate. Ma loro hanno sempre agito celermente e noi restiamo e lottiamo», dice il gestore il quale ammette che al momento non stanno conducendo una vita serena perché l’incendio del 2017 è avvenuto con il lido pieno di gente e il furto del furgone, la scorsa notte, è avvenuto con il proprietario ancora sul posto. «Stavamo facendo le pulizie prima di andare via. Potevamo trovarci faccia a faccia. Non li scoraggia la presenza delle telecamere e la nostra presenza». La coppia, però, non demorde.
«Noi non andremo via di là fino a quando non verrà fuori la verità», ribatte Matilde Talotta.
Sull’argomento interviene anche l’avvocato della coppia, Michele Gigliotti: «Su questa vicenda c’è la massima attenzione da parte delle autorità competenti perché Giovino è una zona in espansione e suscita interessi famelici».
x
x