REGGIO CALABRIA L’inchiesta di Report in onda su Rai3 il prossimo lunedì 14 giugno fa riaffiorare dagli abissi dello Ionio calabrese uno dei tanti misteri che coinvolgerebbero servizi segreti, terrorismo e ‘ndrangheta.
Circa 80 anni fa veniva affondata, poco a largo delle coste di Reggio Calabria (nella zona di Melito Porto Salvo), la Laura Cosulic (nota come Laura C), un piroscafo militare divenuto relitto dopo essere stato colpito da due siluri inglesi durante la seconda guerra mondiale. La “nave dei misteri” era tornata alla ribalta già nei primi anni 2000: «Secondo un’informativa dei servizi segreti militari, il tritolo a bordo del relitto avrebbe cambiato il corso la storia recente della politica calabrese».
La storia “ripescata” da Report ha su tutti due protagonisti: Marco Mancini, al centro della spy-story oggetto delle ultime inchieste del programma condotto da Sigfrido Ranucci, e l’allora sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Scopelliti.
Nel 2004 venne ritrovato nei bagni di Palazzo San Giorgio del tritolo che, secondo la ricostruzione dell’epoca, era stato piazzato dalla ‘ndrangheta per un attentato ai danni del primo cittadino. Come riproposto da Report, dinamiche e circostanze intorno a quella scoperta già al tempo parvero controverse.
Il tritolo fu trovato dalla polizia grazie a una segnalazione dell’allora dirigente del Sismi, Marco Mancini. Contestualmente firmò tre informative: la prima fece scoprire i panetti di tritolo dietro il water del Comune collocato dall’altra parte del palazzo rispetto alla stanza del sindaco; la seconda svelò che l’ordigno l’aveva collocato la ‘ndrangheta; la terza individuò l’obiettivo dell’attentato nell’allora sindaco Giuseppe Scopelliti di An al quale fu assegnata la scorta. La prefettura, all’epoca, riunì urgentemente il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica addirittura 24 ore prima che gli agenti della questura mettessero le mani sul tritolo segnalato dai servizi segreti.
La storia era stata richiamata di recente sul fattoquotidiano.it, dopo le dichiarazioni nel dibattimento del processo “Gotha”, nell’aula bunker di Reggio Calabria, del collaboratore di giustizia Seby Vecchio. L’ex poliziotto e assessore della giunta Scopelliti ha riferito alla Corte che dietro quell’episodio ci sarebbe stata proprio la regia del Sismi, nella specie di Nicolò Pollari, con la finalità di accrescere la popolarità di Scopelliti in un periodo politicamente difficile per lui. Anche per questo, nel corso della requisitoria, il pubblico ministero Giuseppe Lombardo ha definito «una buffonata» la storia della bomba al Comune, co-architettata da quelle stesse «menti raffinatissime» al centro del processo (f.d.).
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