REGGIO CALABRIA «Pare che, in Calabria, per passare come innovatori, sia sufficiente candidarsi nell’accogliente calderone populista: poco importa che si siano svolti ruoli di responsabilità di primo livello e ci si sia impegnati a rivendicare ruoli istituzionali nelle esperienze di governo che vedevano protagonisti coloro contro i quali oggi si punta il dito». È quanto scrive sulla sua pagina Facebook, il capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Domenico Bevacqua.
«Ma la cosa più insopportabile della demagogia è la spocchia – prosegue – l’arroganza con la quale le brave maestrine (e i bravi maestrini) pubblicano lezioni di etica pubblica e di morale individuale: da una parte ci sarebbero loro, che stanno con i calabresi; dall’altra, i cattivi, che non si sa ancora bene a quale girone infernale assegnare. E magari le accuse più inverosimili arrivano da chi ha frequentato solo salotti (spesso televisivi) senza mai degnare di attenzione la gente normale, quella che vive quotidianamente i territori e che si impegna con il proprio sudore per conquistare una vita degna. Il fatto è che i calabresi – conclude Bevacqua – sanno distinguere benissimo fra populiste (e populisti) chic e popolari autentici».
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