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Il Codacons: «In Calabria boom di adesioni all’azione risarcitoria su Astrazeneca»

L’associazione organizza un webinar per spiegare agli under 60 che hanno ricevuto la prima dose come tutelarsi e chiedere i danni

Pubblicato il: 18/06/2021 – 11:36
Il Codacons: «In Calabria boom di adesioni all’azione risarcitoria su Astrazeneca»

CATANZARO «È boom di adesioni in Calabria all’azione risarcitoria lanciata dal Codacons contro Stato, Regione e Asl per il pasticcio del vaccino Astrazeneca agli under-60». È quanto si legge in una nota del Codacons. Come noto, infatti, l’associazione dei consumatori ha lanciato nei giorni scorsi anche in regione una azione collettiva finalizzata a far ottenere a coloro che hanno ricevuto la prima dose di Astrazeneca il risarcimento dei danni patiti anche solo per i rischi corsi sul fronte della salute, dopo la decisione delle autorità sanitarie di vietare il vaccino ai cittadini sotto i 60 anni.
«E proprio dalla Calabria – continua la nota – sono giunte migliaia di adesioni e manifestazioni di interesse da parte dei residenti, che hanno spinto il Codacons ad organizzare un incontro pubblico sull’argomento che si terrà online martedì 22 giugno alle 11, attraverso un webinar dove medici, legali ed esperti risponderanno a dubbi e domande degli utenti, e illustreranno l’azione legale volta a far ottenere ai vaccinati under-60 con Astrazeneca un risarcimento fino a 10mila euro per i danni morali subiti». Danni derivanti da due diversi aspetti: «il primo legato alla paura e all’angoscia per aver ricevuto un vaccino che ha avuto conseguenze gravi su alcuni cittadini al punto da portare ad una modifica del piano vaccinale. Il secondo legato alle incertezze connesse alla vaccinazione eterologa, ossia la somministrazione di un vaccino diverso rispetto a quello ricevuto con la prima dose, vaccinazione che sta sollevando dubbi e preoccupazioni. Danni quelli da rischio sanitario potenziale riconosciuti dalla giurisprudenza italiana, come dimostra il caso Seveso del 1976 o il più recente caso Ilva, con la sentenza di pochi giorni fa della Corte d’Assise di Taranto».

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