LAMEZIA TERME «Tra qualche mese si vota, la mia opinione è di mettere assieme la Calabria e la città di Cosenza con una scelta che le tenga in equilibrio. Cosenza è una città significativa, assieme al vicino comune di Rende vanta una tradizione socialista che siamo in grado di riaccendere, è una lunga storia nata nel 1921, rallentata ma non spenta». Va dritto al punto Riccardo Nencini, Presidente della Commissione Cultura del Senato, “custode” nazionale dell’impegno socialista in Parlamento e nel Paese, ospite di “20.20” il settimanale di approfondimento in onda questa sera su L’Altro Corriere TV (canale 211) ed in diretta sulla pagina facebook del Corriere della Calabria. Per il leader del Partito Socialista «Non ci può essere un centrosinistra per la regione ed un altro per la città di Cosenza, sarebbe – come si dice dalle mie parti – una straordinaria bischerata». «Sono un tifoso – aggiunge Nencini – un partigiano di Franz Caruso e non solo sono in quanto socialista, so che rappresenterebbe molto bene la società cosentina e difenderebbe la storia della sua città». «Sarebbe per Cosenza un ottimo peso per rompere le scatole alla regione Calabria». L’esponente socialista non si è sottratto ad un giudizio sul profilo dell’alleanza di centrosinistra cosi come si va definendo «l’asse esclusivo tra PD e M5S è perdente in ogni città e in ogni regione italiana compresa la mia Toscana, un tempo come è noto regione “rossa”». Un rapporto tra queste due formazioni politiche che non tenga in adeguato conto tutto il resto è per Nencini una “sconfitta totale” ed è «la ragione per la quale va concepito un centrosinistra il più largo possibile è compatibile con disegni strategici». Netto il giudizio sulla corsa di Luigi De Magistris: «inviterei a non votare papi stranieri, salvo che si chiamino Draghi o ruotino attorno a quell’orbita lì e sono in grado di risolvere qualche problema in più grazie alle relazioni ed alle loro capacità». Papi stranieri precipitati nelle regioni? Diciamo che li ho sempre visti con molto sospetto».
Partendo dai contenuti del suo ultimo libro “Solo” edito da Mondadori e dedicato alla figura di Giacomo Matteotti, Nencini ha anche sviluppato un ragionamento complessivo sulla condizione attuale del Paese e sulle scelte da fare con l’arrivo dei fondi del Pnnr, soprattutto al Sud. «Penso che la Calabria debba prestissimo dotarsi di una cabina di regia, di una task force composta da giovani da formare all’estero, farli rientrare ed essere la linea avanzata nella progettazione e nella gestione dei fondi».
Le ultime considerazioni di Nencini sono dedicate alla recente performance argomentativa del Presidente facente funzioni della Giunta Spirlì che ha definito Benito Mussolini come fautore di rivoluzione sociale al netto delle leggi razziali. «I treni arrivavano in orario, c’era uno stato sociale, luoghi comuni smentiti da autorevoli economisti». Per Nencini «C’è un dato che pochi conoscono, il fascismo va al potere e lo mantiene fino al 1925 con un numero di morti ammazzati due volte tanto il numero dei morti di Hitler in Germania. Non parlo dell’Hitler di Auschwitz o Dachau, parlo di due dittatori e dei loro metodi per accedere al potere, Spirlì se ne convinca, non è con il numero dei morti, con le bastonature o con l’olio di ricino che si può benedire il governo di un Paese».
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