REGGIO CALABRIA «Le elezioni regionali non sono elezioni qualunque. Si decidono presidente e consiglio per i prossimi cinque anni, che saranno cruciali: o questa regione decolla in modo sicuro e netto o perderà la più grande occasione che ha avuto dal dopoguerra a questa parte».
Giovanni Toti, leader di “Cambiamo!” arriva in Calabria per dare avvio alla campagna elettorale per le prossime regionali. Il presidente della Regione Liguria, forte di questa esperienza, sa bene dove colpire per creare quella base di consenso necessaria affinché la sua forza politica diventi «la sorpresa di queste regionali», come aveva profetizzato nell’intervista esclusiva rilasciata al Corriere della Calabria.
L’atterraggio all’aeroporto dello Stretto e il successivo arrivo per la conferenza stampa nella zona centralissima di Reggio Calabria sono in lieve ritardo. I tempi sono scanditi perché subito dopo si dovrà partire per Soverato, per l’incontro serale. Ad attenderlo, nelle prossime tappe, ci sarà anche Roberto Occhiuto. «Un politico di valore», lo definisce Toti, «col quale abbiamo condiviso parte di un percorso». Poi le strade si sono divise, ma non per divergere. La forza del centrodestra, rimarca lo stesso presidente di “Cambiamo!” «è quella di saper far convivere diverse individualità».
Alla conferenza stampa, insieme a lui ci sono Saverio Anghelone, coordinatore provinciale “Cambiamo la Calabria” di Reggio, Cetty Scarcella, vicepresidente nazionale “Cambiamo Giovani”, Franco Sarica vice coordinatore regionale “Cambiamo la Calabria”, il senatore Franco Bevilacqua coordinatore regionale “Cambiamo la Calabria”, Pino Bicchielli, coordinatore Esecutivo Nazionale “Cambiamo” e il senatore Gaetano Quagliariello, responsabile Enti Locali “Cambiamo”.
Ad attendere Toti, nella sala del grand hotel c’è una buona cornice di pubblico. Campeggiano i manifesti col doppio simbolo: “Cambiamo la Calabria” e “Coraggio Italia”.
«Il nostro è un movimento politico basato sul merito dove le porte non sono chiuse per nessuno. Poi è chiaro, per allargare la famiglia bisogna sposarsi, avere una vocazione al matrimonio. E perché il matrimonio duri bisogna anche un minimo avere gli stessi valori e una buona dose di pazienza. Questa è una casa aperta», dice Toti.
«Noi – aggiunge rispondendo a chi gli chiede delle liste elettorali – stiamo riunendo le migliori energie politiche e civiche all’interno di uno schieramento che oggi si presenta col marchio di “Cambiamo!”. Sapete che ci stiamo allargando, aggiungendo altri amici che si presentano col marchio di “Coraggio Italia” e porteremo questa alleanza alle elezioni. Decideremo se con un simbolo più civico o più politico». Certo è invece il sostegno «agli amici del centrodestra» ma «senza confondere le idee con altri partiti».
Lo rimarca, Toti, «ognuno ha le sue peculiarità e individualità» e quelle di “Cambiamo!” non possono essere le medesime di Lega o Fratelli d’Italia, tuttavia proprio «la somma di queste individualità è la forza del centrodestra. Non siamo affezionati a marchi, sigle e poltrone. Dobbiamo allargarci il più possibile».
Il governatore della Liguria traccia un lungo elenco di similitudini, nel bene e nel male, tra la “sua” regione e la Calabria. Ad essere diverse, piuttosto, sono le esigenze: «Abbiamo davanti un Recovery Plan che prevede un investimento di 200 miliardi di euro. Lo sviluppo deve partire dalle regioni che oggi sono meno sviluppate – come la Calabria – e possono crescere più rapidamente. Abbiamo risorse straordinarie come cultura e turismo: dobbiamo metterle a frutto, dobbiamo farlo attraverso le infrastrutture, la tecnologia, gli investimenti in formazione delle persone».
Secondo Toti, la Calabria è una terra dal gran potenziale che rimane inespresso per via dei mancati investimenti o, forse, della poca lungimiranza politica. «Vengo ora da Genova, uno dei luoghi dove si producono più imbarcazioni in tutto il mondo. Arrivo al Sud dove non ci sono marine resort. Questi settori hanno un grande potenziale di sviluppo».
«Vorrei – aggiunge – che in tutta Italia si faccia quello che siamo riusciti a fare in Liguria: investimenti mirati e in totale sicurezza e legalità». E qui parte spontaneo il parallelismo tra il porto della città della lanterna e Gioia Tauro, spesso posti in competizione tra loro. «Non lo sono», scandisce Toti. «Genova non è alternativa a Gioia Tauro, che è il più grande porto italiano di transhipment. Ma Gioia Tauro deve avere i treni, l’alta velocità, una scuola di formazione professionale, delle banchine con le gru elettriche e tutto quello che serve per farne un grande porto». E aggiunge: «Una regione come la Calabria non può non avere un porto crocieristico. Data la mole di investimenti in campo per il settore, deve candidarsi a questo obiettivo».
«Abbiamo una sanità che viene commissariata da Roma con un gioco delle tre carte degno di un autogrill. Tutto questo non è degno di una regione come la Calabria». Durante la conferenza stampa Toti si sofferma sulle materie «di competenza delle Regioni».
«Quando qualcuno mi dice che la centralizzazione della sanità è la soluzione, mi viene in mente il balletto delle nomine del commissario di questa regione e temo un sistema governato tutto in quel modo».
«Il Covid – aggiunge – ci ha insegnato che, ad un certo punto, potevamo avere tutte le attrezzature che servivano ma non avevamo le persone che potessero maneggiare quegli strumenti». Nel frattempo «il mondo sta cambiando. La maggior parte dei nostri giovani lavoreranno in settori che non esistono e noi abbiamo bisogno di un gigantesco investimento in formazione professionale», altra materia di competenza delle Regioni. (f.d.)
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