Riforma della giustizia, incontro Draghi-Cartabia per accelerare i tempi
Premier e ministro al lavoro per trovare un compromesso. L’ipotesi di un binario diverso per i processi di mafia e terrorismo

La riforma della giustizia avanza ma c’è una nuova ipotesi: quella che i processi di mafia o terrorismo seguano un binario diverso: l’idea è di non farli rientrare fra quelli che si prescriveranno o che diventeranno improcedibili. I tecnici di Palazzo Chigi e del ministero della Giustizia sono al lavoro su questo tipo di mediazione, anche se al momento non c’è una bozza.
L’incontro tra Cartabia e Draghi
Il compromesso nasce nel pomeriggio di ieri, dopo un incontro fra Marta Cartabia e Mario Draghi. Un confronto definito «tecnico» e di «carattere preliminare». Il tempo, però, scorre e ci si avvicina alla data del 30 luglio quando la riforma del processo penale dovrebbe approdare nell’aula di Montecitorio. I due, Draghi e Cartabia, lavorano così a a quell’aggiustamento che possa tenere insieme i malumori del M5S e la forza centrifuga opposta di Forza Italia e Lega. Il nodo ruota proprio attorno a una possibile nuova via sui processi per mafia. E il primo inciampo si materializza nell’ufficio di presidenza della commissione Giustizia il clima è molto teso. Colpa dei rumors su una trattativa parallela tra il governo e i 5 Stelle. Perché tutti vogliono rivendicare una bandierina. L’azzurro Roberto Cassinelli la mette così: «Se la scelta di Draghi è quella di mettere la fiducia noi lo votiamo. Se la scelta è di aprire agli aggiustamenti anche noi vorremmo dire la nostra». Mentre il calendiano Enrico Costa avverte: «No a stravolgimenti che contrastino la ragionevole durata del processo».