CATANZARO Donne e uomini calabresi, che operano nel mondo del cinema e del teatro, hanno voluto unirsi per denunciare la devastazione messa in atto nella nostra terra.
In questo video i loro volti e il racconto.
Il racconto è scandito dalle parole di Gioacchino Criaco: «I vecchi della montagna, quelli che col mondo si sono incontrati raramente e dopo ogni incontro hanno preso al bivio la strada che andava in direzione opposta, quando incontrano un castagno carbonizzato dal fuoco vi si prostrano ai piedi, aprono le cateratte agli occhi e liberano cascate di lacrime fra salti di zigomi rocciosi e petti di marmo appuntiti. Per immaginarlo, non capirlo, il dolore che li cuoce, lo si deve vedere un castagno che muore: un fuoco innocuo di sterpaglie intorno al tronco che neppure lo scalda, l’alito di una formica sul volto di un drago. Una scintilla che si insinua in una radice e dopo, a distanza di una settimana, la brace esplode inaspettata nel cavo dell’albero, un rogo assurdo, di cui non si capisce la ragione, un fuoco infame, irreversibile. Nemmeno un fiume lo spegne più. La morte avanza. Attimo dopo attimo in un tempo che non vuol finire. E il castagno urla, una pena inconsolabile che si spegne con l’ultimo morso del fuoco, quando tutto è nero. L’inferno esiste, dicono i vecchi, ed è il cavo di un castagno che brucia».
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