LAMEZIA TERME La nuova stagione de L’altro Corriere Tv, dal 6 settembre sul canale 16 del digitale terrestre, arricchirà il suo palinsesto con idee nuove, come In primo piano, contenitore politico condotto da Ugo Floro che ha esordito mercoledì scorso alle 19 (con replica alle 22,30).
In piena campagna elettorale per il rinnovo del consiglio regionale, la prima puntata di In primo piano ha dato voce alle coalizioni di centrosinistra e centrosinistra. Ospiti negli studi di Lamezia Terme, Giuseppe Aieta, consigliere regionale uscente, ricandidato nella lista del Partito democratico (circoscrizione nord) e Pasquale Scaramuzzino, già sindaco di Lamezia Terme, che concorrerà nella lista Forza Azzurri (circoscrizione centro).
Non sono mancati scontri e scambi di idee anche vivaci. Fra le primissime battute, Aieta non ha rinnegato il suo passato Oliveriano. «Ho difeso e difendo ancora Mario Oliverio orgogliosamente – ha detto nel motivare la sua nuova discesa in campo – perché ritengo quella esperienza una stagione che ha cambiato il rapporto con i sindaci, di destra e di sinistra. Faccio politica e il mio elettorato non è un gregge, né sono un pastore errante dell’Asia. L’idea di fare una corsa che potesse dividere il centrosinistra non mi è stata autorizzata, quindi ritorno in trincea con la mia storia. In politica quando ci sono divisioni non si possono addebitare ad una sola parte. Sta di fatto che il campo è diviso ed in questo momento competo per dare una mano al Pd e sostenere Amalia Bruni, una novità assoluta. Lo faccio non rinnegando la mia storia e non avendo mai cambiato casacca».
Il trionfalismo che si avverte nel centrodestra, per Scaramuzzino è dato anche dai «sondaggi che danno avanti la coalizione di molto. Ciò non va a deferimento dell’azione di governo che sarà svolta in totale correttezza. Roberto Occhiuto è uomo del fare e non abbiamo bisogno di rivolgerci alla società civile perché noi gli uomini migliori li abbiamo al nostro interno. Guardo con difficoltà alle scelte del centrosinistra – è la prima stoccata – quindi capisco bene la delusione di chi, come Aieta magari poteva ambire anche ad un ruolo di responsabilità come candidato alla presidenza e che si trova per la seconda volta mortificato da una logica tutta del centrosinistra, secondo la quale non si sceglie all’interno, non si guarda quindi alla politica ma si va all’esterno, reiterando peraltro un errore già palesato, plastificato come quello compiuto con Callipo. Questo centrosinistra ripete l’errore, aggravandolo. Almeno Callipo faceva impresa, era un uomo del fare, aveva un minimo di competenze. In questo caso l’attuale candidato proviene da un laboratorio e la immagino fino ad un minuto prima che la si candidasse, china su un microscopio».
«Se Lei pensa – ha risposto Aieta – che il più grande banchiere oggi è presidente del Consiglio, la sua teoria cade. Io avrei puntato sulla politica e su un politico di razza come Irto. Credo che Amalia Bruni, con la sua apertura mentale verso i giovani, verso chi soffre darà alla campagna elettorale e alla gestione della cosa pubblica una sensibilità nuova. A Roberto Occhiuto, persona che stimo, vorrei chiedere cosa abbia fatto per la Calabria nei suoi anni da parlamentare. Sulla sanità, sui precari, ad esempio».
«Occhiuto – ha sottolineato il rappresentante del centrodestra – si trova in un ruolo di responsabilità altissimo, da capogruppo alla Camera ha deciso di scendere in Calabria, in un agone politico duro, rissoso, con dinamiche che non sono quelle romane. Avrebbe certamente fatto il ministro ed invece ha scelto di venire in Calabria, la sua regione, che ha assistito da legislatore. Non è la stessa cosa fare il banchiere o lo scienziato. Draghi ha tenuto a galla l’Europa, ha capacità e competenze, Occhiuto ha accompagnato il sistema legislativo italiano nell’adozione di una serie di leggi. Le risorse arrivano da Roma a sostegno di queste sacche come gli Lsu».
Dopo aver controreplicato ricordando a Scaramuzzino che solo una quota arriva da Roma, il candidato del Pd ha cambiato discorso, puntando Nino Spirlì. «Ma si può preconfezionare in Calabria un ticket fra un cavallo di razza come Occhiuto e uno come Spirlì, inconcludente su tutta la linea? Ha fatto più danni lui – ha sottolineato Aieta – che tutti i suoi predecessori. Ma davvero immaginate di propinare alla Calabria questo modello? Difficile immaginare che a Occhiuto, persona autorevole, debba essere imposto Spirlì. Ne sono certo, Occhiuto soffre perché è incompatibile con quel profilo. Un profilo, quello di Spirlì, incompatibile con la politica».
Scaramuzzino si è detto preoccupato, invece, del fatto che la Bruni «sia stata in laboratorio fino a ieri e deve capire ancora chi c’è attorno a lei. Mi aspetto che il centrosinistra dica agli elettori che la candidata alla presidenza è Amalia Bruni e che sarà coadiuvata da Tizio, Caio e Sempronio. Gli elettori dovrebbero evitare una persona a scatola chiusa, senza alcuna competenza».
«Che non abbia alcuna esperienza – ha ribattuto Aieta – è tutto da verificare. Spirlì invece lo è, ha esposto la Calabria a ridicole situazioni. L’ho seguito molto, come persona è anche gradevole ma con la politica non ha nulla a che fare. Non si può pretendere alla Calabria un diktat di Salvini che viene ad imporre Spirlì vicepresidente. Sono convinto che i calabresi vi riserveranno sorprese. E poi questi sondaggi: oggi dicono che Occhiuto è al 48%, ieri che erano appaiati con la Bruni, che è una scienziata, il che rappresenta un valore aggiunto. Io e lei – ha detto riferendosi a Scaramuzzino – viviamo del nostro lavoro, io insegno Italiano, lei fa l’avvocato. Il problema è che in Consiglio regionale c’è chi vive di politica e un lavoro non ce l’ha. Allora meglio Amalia Bruni che ha dato lustro, vanto e orgoglio alla Calabria. È pur sempre l’allieva di Rita Levi Montalcini».
«Darà lustro come Oliverio?» ha provocato Scaramuzzino. «Oliverio è un cavallo di razza che si è distinto ed è stato il miglior presidente delle province italiane, ha dato un senso», ha obiettato Aieta.
«Lei conosce i parlamentari calabresi del M5S?» ha chiesto ancora il candidato del centrodestra. «Non c’è politica, noi invece stiamo implementando il ragionamento secondo cui la politica deve essere fatta da chi la sa fare, chi l’ha dimostrato, e non da chi fino all’altro ieri non ne sapeva nulla».
«Non sono un oppositore cieco – ha rincarato il referente dem – sappiamo che governare significa condurre la nave in un porto sicuro. La presidente Santelli mi ascoltava, Spirlì non è mai stato predisposto. Amalia Bruni sarà una sorpresa, è avvenuta un rottura e lo vedrete il 4 ottobre, perché sta entrando tra i giovani, tra le persone fragili, parla di sanità sconvolgendo le categorie di un settore in cui abbiamo fallito».
In studio, Ugo Floro ha chiesto da dove si debba ripartire per governare la Calabria.
«La prossima sarà una legislatura strategica – ha risposto Scaramuzzino – perché i fondi che arriveranno dal Pnrr impazzeranno per i prossimi 25 anni. Occhiuto non potrà aver titolo ad operare senza sentire nessuno, il suo mandato nei prossimi cinque anni, non esaurirà gli effetti delle risorse che arriveranno. Questa è la vera sfida tra maggioranza e opposizione, bisognerà creare un patto per il futuro perché il futuro dei nostri figli dipenderà da questi cinque anni. I soldi che arriveranno sono parametrati a quattro volte quelli del piano Marshall, il piano che ha ricostruito il Paese rendendolo quello che è oggi. Se sarò chiamato a compiere delle scelte mi tremeranno i polsi a pensare che quella mia decisione potrà impattare nella vita di mio nipote che ancora non c’è. Dovremo concertare un metodo e poi istillare l’idea che solo il merito può essere la chiave di volta nelle nomine, nei bandi. Il merito, la qualità, termini ormi obsoleti e sconosciuti in Calabria, dovranno essere i cardini dell’azione di governo».
Per Aieta dovrà essere rafforzato il rapporto fra «la Regione che programma e i comuni che realizzano. Nella stagione di Oliverio i sindaci hanno ottenuto tanto e non hanno speso. Questo vuol dire che una Regione seria di occupa prima di rafforzare la posizione dei comuni. Ed è proprio il rafforzamento amministrativo il problema che Bruni o Occhiuto dovranno affrontare. Il Pnrr con chi lo si fa? Con l’elefantiaca macchina della Regione? Come aiuteremo i sindaci?» – chiede il candidato del Pd.
«Non sono un moralista o un moralizzatore – ha sottolineato ancora Aieta a proposito della composizione delle liste e di familismo – ma l’idea che esca il marito ed entri la moglie, esca il padre ed entri il figlio la potevate risparmiare. Fuori regione siamo visti come arretrati, come se ancora fossimo nell’800 e nessuno ha messo un argine a questo fenomeno terribile che discredita».
«Ho fatto il sindaco della città di Lamezia Terme senza parenti – ha obiettato il candidato di Forza Azzurri –. Non stiamo parlando di nomine ma di elezioni. Ai calabresi viene presentata una opzione in cui il presidente si contorna di una serie di liste. All’interno di queste liste gli elettori potranno scegliere quello che vogliono. E dovranno scrivere un nome».
«Sta mentendo a sé stesso», ha attaccato Aieta. «Ma abbiamo inviato le nostre liste alla Commissione parlamentare Antimafia», ha risposto Scaramuzzino. «Quella è la più ridicola delle cose che avete fatto», ha contro-ribattuto Aieta.
«Volevamo evitare speculazioni, la commissione non ha dato nessuna negatività – Scaramuzzino ha alimentato il botta e risposta – quindi non ci sono problemi di tipo mafioso nelle nostre liste. Problemi di opportunità? Saranno gli elettori a stabilirlo».
«Stiamo finendo ogni giorno sui giornali nazionali per questa storia del familismo – ha detto Aieta – e dell’eredità del “posto”. Che modo è di presentarsi agli elettori? Ci discredita, ci rende arretrati ed Occhiuto che si sente forte avrebbe potuto evitarla».
Ultime battute di “In primo piano” dedicata all’andamento della campagna elettorale.
«I calabresi sono reduci dalla pandemia e andranno a votare con difficoltà. Mi auguro che voi stampa – ha terminato Scaramuzzino – sappiate fare il vostro lavoro e noi riusciremo a mostrare la parte migliore, altrimenti la gente non andrà a votare. Se manca la partecipazione, i percorsi democratici ne risentono, nessuno sarà felice, anche chi andrà a governare. Perché ci sia una Calabri consapevole e fiera del diritto al voto tutti non dobbiamo render al meglio nei comportamenti, nelle parole».
«L’elettorato è provato dal Covid – ha concluso Aieta – ma lo è anche dalla sanità che con la pandemia si è aggravata. Le prestazioni sanitarie post-Covid sono calate a picco, i livelli essenziali di assistenza stanno sprofondando. A parte i pronto soccorso di Corigliano Rossano, la terza città della Calabria o di Trebisacce, nello spoke di Cetraro Paola non si nasce da tre anni. Un punto nascite chiuso da tre anni, ecco perché parlo di Spirlì che ha realizzato solo 11 posti di terapia intensiva su 136».
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