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Acquaformosa sempre solidale, lunedì sarà accolta la prima famiglia di afghani

L’associazione “Don Vincenzo Matrangolo” e il Comune aprono le porte del centro cosentino al popolo in fuga dal nuovo regime talebano

Pubblicato il: 11/09/2021 – 10:10
Acquaformosa sempre solidale, lunedì sarà accolta la prima famiglia di afghani

ACQUAFORMOSA «Ancora una volta l’associazione “Don Vincenzo Matrangolo” e il Comune di Acquaformosa si dimostrano una realtà di accoglienza ed un porto sempre aperto ai bisogni di uomini e donne che fuggono da situazioni di pericolo. Lunedi mattina arriverà in paese la prima famiglia di afghani scappati nell’ultimo mese dalle atrocità dei talebani ed arrivati in Italia con gli aerei e i voli messi a disposizione dal governo italiano». E’ quanto riferisce Giovanni Manoccio, presidente dell’associazione “Don Vincenzo Matrangolo” di Acquaformosa. «Negli anni passati – ricorda Manoccio – altri nuclei famigliari di afghani erano stati ospiti del progetto Sprar-Sai di Acquaformosa, soggiornando per oltre due anni, ottenendo il riconoscimento della protezione internazionale. Questi arrivi dimostrano come nel corso degli anni il Comune abbia dato una continuità ad un progetto che ha già superato il decimo anno di vita che ha visto ospitare oltre 930 persone provenienti da 4 continenti e da oltre 70 nazioni e ben 125 etnie. Oggi siamo fieri di ospitare persone che hanno collaborato negli ultimi 20 anni con la nostra ambasciata a Kabul e che hanno rischiato di rimanere intrappolati nel pantano Afghano, e che con la grande conduzione dell’ambasciatore Vittorio Sandalli e alla generosità del console Tommaso Claudi, hanno consentito di salvarli da situazioni pericolose. Ad Acquaformosa – aggiunge il presidente dell’associaizone “Don Vincenzo Matrangolo” – troveranno una comunità pronta ad ospitarli e operatori che li seguiranno con grande professionalità. Ringraziamo il sindaco Gennaro Capparelli che ha aderito all’appello dell’Anci ed ha messo a disposizione altri 10 posti aggiuntivi per famiglie provenienti da Kabul. La mamma e i tre figli troveranno l’ambiente giusto per vivere in serenità questo momento difficile e complicato della propria vita».

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