CATANZARO Il record di “case fantasma”, cioè invisibili al Fisco, in Calabria e il lavoro del governo per recuperare il gap. Ad alimentare il progetto del Governo di inserire un capitolo dedicato al catasto nella delega fiscale c’è anche una componente importante del nuovo sforzo di lotta all’evasione. Lo rivela il Sole 24Ore. «Anche se il mattone è “immobile” e ben visibile – sottolinea un servizio del quotidiano di Confindustria –, le sue tasse non sono indenni dalla malattia del mancato gettito che caratterizza tutto il fisco italiano». E lo confermano i numeri elaborati ogni anno dal ministero dell’Economia per misurare la distanza che separa le entrate fiscali teoriche, calcolate sulla base del valore degli imponibili, e i soldi che entrano realmente nelle casse degli enti titolari dei differenti prelievi. Si tratta del “tax gap”, che nel caso delle imposte immobiliari vale 5,83 miliardi all’anno. Ma il buco vola oltre i 6 miliardi se si somma l’evasione delle “case fantasma”, totalmente sconosciute al Fisco.
Il Rapporto annuale sull’economia sommersa allegato alla Nadef contiene la graduatoria delle tasse che pagano il prezzo più alto sull’altare del sommerso. E l’Imu guida la classifica: se fosse pagata regolarmente da tutti porterebbe nelle casse di Comuni e Stato 4,869 miliardi in più ogni anno. È il risultato della differenza tra l’Imu teorica con l’aliquota base del 7,6 per mille, che per le stime Mef ammonterebbe a oltre 18,8 miliardi, e l’Imu effettiva ad aliquota standard, che si ferma a 13,9 miliardi. Nel conto entrano poi i 266 milioni di Tax Gap della Tasi e i 695 milioni di mancata Irpef per le locazioni non dichiarate dai proprietari.
La percentuale media di evasione in Italia è del 25,8%, ma (al solito) le differenze territoriali sono molto marcate. In Emilia Romagna l’evasione si ferma al 15%, mentre in Calabria vola al 46,3%. Una distanza, spiega il Sole 24Ore dovuta all’«incrocio di due fattori: i diversi livelli di efficienza della macchina amministrativa, che determinano la capacità di accertare l’imponibile e riscuotere le imposte, e le ondate migratorie che hanno determinato l’abbandono di tanti immobili al Sud. Questo patrimonio, anche se lasciato a se stesso, però esiste. E convive con proprietà utilizzate anche in locazione, a volte abusive, che producono ricchezza senza passare alla cassa».
L’Agenzia delle Entrate lavora sulla questione da anni. Ed ha avviato controlli con l’aerofotogrammetria. Il concetto è semplice: basta sovrapporre i risultati delle rilevazioni aeree alle mappe catastali. In effetti, i sospetti sono diventati realtà. Esiste una vasta area oscura del parco immobiliare: gli ultimi dati disponibili parlano di 2 milioni di particelle non dichiarate con circa 1,2 milioni di unità immobiliari in più.
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