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la sentenza

“Quinta Bolgia”, condannate le ditte funebri in odore di mafia

Il gup di Catanzaro si è pronunciato nell’ambito del processo contro lo strapotere dei Putrino e dei Rocca all’interno dell’ospedale lametino

Pubblicato il: 29/09/2021 – 12:30
di Alessia Truzzolillo
“Quinta Bolgia”, condannate le ditte funebri in odore di mafia

LAMEZIA TERME Tredici condanne e tre assoluzioni sono state comminate dal gup di Catanzaro nell’ambito del procedimento denominato “Quinta Bolgia”, istruito dalla Dda di Catanzaro, che coinvolge dirigenti medici, infermieri, imprenditori nel settore delle onoranze funebri (e loro dipendenti) tutti legati all’Asp di Catanzaro (e all’ospedale di Lamezia Terme in particolare). Un’indagine che ha dato la stura all’insediarsi della commissione d’accesso antimafia nell’Asp di Catanzaro. 

La decisione del gup

Il gup ha condannato Franco Antonio Di Spena, 2 anni e 8 mesi, dipendente della Rocca servizi, (assolto dall’associazione mafiosa); Giuseppe Perri, ex direttore generale dell’Asp di Catanzaro, 8 mesi (escluse le aggravanti mafiose); Diego Putrino, classe ’82, amministratore della Putrino service srl, 9 anni e 6 mesi; Diego Putrino, classe ’67, socio al 95% e amministratore delle altre società legate alla famiglia Putrino, 9 anni e 6 mesi; Pietro Putrino, a capo dell’omonimo gruppo imprenditoriale, 11 anni; Ugo Bernardo Rocca, figlio di Pietro Rocca, 9 anni e 2 mesi; Silvio Rocca, socio unico e amministratore della società Rocca Snc, 10 anni e 6 mesi; Vincenzo Torcasio, dipendente della ditta Putrino, 9 anni e 4 mesi; società La Pietà Putrino, Croce Rosa Putrino, Putrino Service, Rocca servizi e Pietro Rocca, in persona dei legali rappresentati, responsabili degli illeciti amministrativi loro ascritti, condannate al pagamento della sanzione pecuniaria di 206mila e 400 euro ciascuna.
Assolti Roberto Frank Gemelli, infermiere nell’ospedale di Lamezia Terme (per non aver commesso il fatto), Sebastiano Felice Corrado Mauceri, infermiere nell’ospedale di Lamezia Terme(per non aver commesso il fatto), Giuseppe Pugliese, ex direttore amministrativo dell’Asp di Catanzaro. (perché il fatto non sussiste).
Il gup ha inoltre disposto la confisca per la Croce Rosa Putrino con intero capitale sociale e Purtino Service con tutto il compendio aziendale.
Disposto anche il risarcimento per la parte civile Vescio Funeral Home, da liquidarsi in separato giudizio per quantificare il danno delle vessazioni subite dalla ditta.
Da risarcire anche le altri parti civili: Regione Calabria, Comune di Lamezia Terme, Associazione Antiracket Lametina, Asp di Catanzaro da liquidarsi in 20mila euro per ciascuno di essi.

L’associazione

Gli imputati sono accusati di associazione per delinquere di stampo mafioso (i Putrino, i Rocca, Torcasio, e Di Spena che da questa accusa è stato assolto) quali appartenenti a due sottogruppi associativi di stampo ‘ndranghetistisco a loro volta inseriti nel contesto criminale lametino della consorteria Iannazzo-Cannizzaro-Daponte. I due sottogruppi sarebbero capeggiati da Pietro Putrino e dai fratelli Silvio e Pietro Rocca. Rocca e Putrino, stando alle accuse, si sarebbero contesi l’accaparrarsi i servizi di onoranze funebri all’interno del Giovanni Paolo II di Lamezia perpetrando illecita concorrenza con violenza o minaccia a danno delle altre imprese, facendo leva sull’appartenenza alle cosche attraverso i propri dipendenti legati alla criminalità organizzata. Un comportamento da padroni che si concretizzava non solo nella concorrenza illecita ma anche nell’accesso ai vari reparti dell’ospedale lametino, grazie al possesso illecito di copie delle chiavi, per “adescare” i parenti dei defunti e accaparrarsi i servizi di onoranze funebri; l’accesso ai personal computer del Centro prelievi e del pronto soccorso dove sono memorizzati i referti dei pazienti; l’accesso alla farmacia del Pronto soccorso; l’accesso per i propri automezzi negli spazi riservati dell’ospedale (come, ad esempio, quelli dedicati ai dializzati). (a.truzzolillo@corrierecal.it)

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