«Salvatore e le sue cinque vite in dono»
Era esattamente una sera di due anni fa, la stagione era meteorologicamente mutata ad altre latitudini, in Calabria proseguiva quell’estate che quasi sempre promette di essere eterna. Poteva finire c…

Era esattamente una sera di due anni fa, la stagione era meteorologicamente mutata ad altre latitudini, in Calabria proseguiva quell’estate che quasi sempre promette di essere eterna. Poteva finire con le ore tirate a tardi e un rientro a casa, assonnati. Per Salvatore ci furono gli spari e dopo una corsa in ospedale. Non ci fu un ritorno. Ma non è stato nemmeno un addio. Salvatore dopo quella sera tragica è rimasto con i suoi, con noi, attraverso altre cinque vite che i suoi organi hanno fatto continuare o reso più facili. Salvatore Battaglia è morto dopo un agguato a Piscopio, frazione di Vibo, ha lottato per qualche giorno al Pugliese di Catanzaro e poi, i genitori, hanno autorizzato l’espianto dei suoi organi. Lo aveva detto in vita, lui, che la donazione era un valore. Far vivere gli altri sarebbe come rivivere insieme agli altri. E la vita è questo, un’energia che cambia corpo, ma continua: la donazione è speranza. Era, è, un ragazzo di Calabria, 21 anni, poco più di un bambino. Era uno dei tanti ragazzi che noi tutti non abbiamo protetto a sufficienza, non abbiamo saputo proteggere. Uno di quei ragazzi che riempie un po’ di pagine di cronaca e poi svanisce. Ma una vita così giovane non può essere limitata a poche righe, al ricordo indistruttibile di chi gli ha voluto bene. E una vita che si divide in cinque è l’affermazione di un amore che acquisisce valore collettivo. Che diventa memoria condivisa. La vita dei ragazzi di Calabria finiti velocemente in braccio al vento è un profumo che mischia zagare e gelsomini al fiato amaro degli oleandri, ci entra in bocca e va a gonfiarci il petto perché è aria di tutti, un’aria che tragicamente respiriamo a cadenze che vorremmo non si ripetessero più. Era una sera tragica, quella di due anni fa, ma la scelta di aiutare gli altri fatta da Salvatore ha tagliato alla radice l’odio. La scelta dei suoi famigliari di nutrire l’amore merita il rispetto di tutti. Merita il ricordo di tutti. La vita dei ragazzi di Calabria non deve svanire fra le righe della cronaca.