CATANZARO Scendono in piazza i sindacati di base, che anche in Calabria questa mattina, in coincidenza con lo sciopero indetto a livello nazionale, hanno tenuto un sit-in davanti la sede della Regione a Catanzaro. A organizzare la mobilitazione le sigle dell’Usb, Orsa e Cobas. Le rivendicazioni riguardano temi di carattere generale come il blocco dei licenziamenti, la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, la rivalutazione delle pensioni, l’abrogazione del jobs act e del precariato, lo stop alla sospensione del reddito per mancanza di Green Pass, il rilancio degli investimenti pubblici, la tutela dell’ambiente, lo stop alle produzioni nocive, l’internalizzazione dei servizi. A questi temi i sindacati di base inoltre aggiungono rivendicazioni di carattere regionale, come la contrattualizzazione e la stabilizzazione dell’immenso precariato storico, la partita degli oltre 6.000 tirocinanti ancora nel limbo (le richieste sono la contrattazione per i tirocinanti ministeriale e la proroga per i Tis) lo sblocco delle assunzioni nella sanità e nella pubblica amministrazione.
Usb, Orsa e Cobas contestano soprattutto le politiche del governo nazionale in tema di occupazione, sanità, politiche sociali, scuola e istruzione, infrastrutture. Ma non mancano sollecitazioni alla futura Giunta regionale. «La parola d’ordine – ha commentano Antonio Jiritano, coordinatore Usb Calabria – è lavoro, il lavoro che manca, soprattutto in Calabria. Abbiamo già chiesto un incontro al neo governatore della Calabria per affrontare l’emergenza. La parola lavoro purtroppo è completamente sparita dall’agenda politica, se pensiamo che nel Recovery Plan vediamo solo gli ammortizzatori sociali. Vogliamo capire come le risorse del Pnrr saranno utilizzate soprattutto in Calabria e nel Mezzogiorno». Al sit-in alla Cittadella ha preso parte anche la senatrice di L’Alternativa c’è, Bianca Laura Granato, che ha parlato di «situazione davvero drammatica, perché gli investimenti dello Stato per il lavoro sono praticamente nulli. Siamo preoccupati in particolare per la sanità: dei 7,4 miliardi investiti in questo settore ben 6,2 saranno destinati alla campagna vaccinale, e con il resto si dovrebbe gestire la sanità ordinaria, che poi è quella che riguarda più direttamente i cittadini. Se non si interviene profondamente a tutela del diritto alla salute dei cittadini non ne usciamo più, anche se – ha sostenuto la granato – ho l’impressione che in realtà non se ne voglia uscire». La protesta dei sindacati di base in Calabria ha anche due fronti provinciali, a Cosenza e a Gioia Tauro, dove è presente il coordinatore dell’Orsa Domenico Macrì.
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