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«Ti tagliamo la testa». Il calvario di un ambulante a Cosenza

Misure cautelari nei confronti di tre fratelli bengalesi. Avrebbero minacciato un connazionale per sottrargli la postazione di lavoro

Pubblicato il: 12/10/2021 – 12:51
«Ti tagliamo la testa». Il calvario di un ambulante a Cosenza

COSENZA Nella mattinata di martedì 12 ottobre, la Squadra mobile di Cosenza ha dato esecuzione all’ordinanza del divieto di avvicinamento alla propria dimora ed al luogo di lavoro, emessa in data 11 ottobre 2021 dal Gip presso il Tribunale ordinario di Cosenza, su richiesta della locale Procura della Repubblica, diretta dal procuratore capo Mario Spagnuolo, a carico di tre fratelli bengalesi, S. R., S. S., S. S., ritenuti responsabili del reato di atti persecutori in concorso nei confronti di D. I. anch’egli di nazionalità bengalese.
I tre fratelli infatti, da circa un anno, avrebbero posto in essere nei confronti di D.I. vessazioni, minacce ed aggressioni così da indurre l’uomo ad allontanarsi da Cosenza, al fine di potersi appropriare della postazione di lavoro, ritenuta dai fratelli vantaggiosa commercialmente.

Le minacce: «Ti tagliamo la testa»

I fratelli, ogni qualvolta lo incontravano, minacciavano D. I. di «tagliargli la testa» e di rivalersi nei confronti delle donne della famiglia, che «avrebbero stuprato» se lui non fosse andato via da Cosenza. A queste minacce sono seguite aggressioni, ultima delle quali nel mese di settembre, quando D. I. era intento a lavorare come ambulante nelle vie centrali di Cosenza. Questa situazione ha generato nell’uomo uno stato di ansia e timore per la propria incolumità, tanto da indurlo a non uscire più da casa, rinunciando al proprio lavoro.

L’aiuto degli agenti e la denuncia

L’esperienza del personale della 3ª Sezione “Reati contro la persona, reati contro i minori e reati sessuali” della Squadra mobile ha consentito agli investigatori di aiutare D.I. a superare le paure che lo attanagliavano, inducendolo a raccontare le vessazioni, alle quali era sottoposto, consentendo così di intervenire con tempestività e determinazione nella vicenda, individuando e raccogliendo tutti gli elementi a carico dei fratelli, che, riferiti alla competente autorità giudiziaria, hanno consentito l’emissione in brevissimo tempo dell’emanazione della misura cautelare in argomento.

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