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Non c’è pace per Giulio Regeni: salta il processo ai quattro 007 egiziani accusati della sua morte

La Corte d’assise di Roma annulla il decreto che disponeva il giudizio e trasmette gli atti al Gup. Sempre più tribolato il cammino per accertare la verità sulla scomparsa del giovane ricercatore….

Pubblicato il: 14/10/2021 – 21:38
Non c’è pace per Giulio Regeni: salta il processo ai quattro 007 egiziani accusati della sua morte

ROMA Niente processo ai quattro 007 egiziani accusati del sequestro, delle torture e della morte di Giulio Regeni, il 28enne ricercatore friulano rapito al Cairo il 25 gennaio 2016 e trovato morto il 3 febbraio successivo. Lo ha stabilito, dopo una lunga camera di consiglio, la terza Corte d’assise di Roma che ha annullato il decreto che disponeva il giudizio e trasmesso gli atti al Gup.
Il processo ai quattro 007 egiziani è venuto meno perché a parere della corte d’assise di Roma “il decreto che disponeva il giudizio era stato notificato agli imputati comunque non presenti all’udienza preliminare mediante consegna di copia dell’atto ai difensori di ufficio nominati, sul presupposto che si fossero sottratti volontariamente alla conoscenza di atti del procedimento”. E’ quanto si legge nel provvedimento con il quale la terza corte d’assise di Roma ha fatto saltare il processo, trasmettendo gli atti al gup e annullando quel decreto che disponeva il giudizio. Si riparte, dunque, dall’udienza preliminare, finalizzata, se possibile, a una ulteriore ricerca dei quattro 007 egiziani (che la procura avrebbe voluto far processare in contumacia) coinvolti nell’inchiesta sul sequestro e sulla morte del ricercatore. Per la cvorte d’assise di Roma, non si può essere certi “dell’effettiva conoscenza del processo da parte degli imputati, né della loro volontaria sottrazione al procedimento”.
“Riteniamo importante che il governo italiano abbia deciso di costituirsi parte civile. Prendiamo atto con amarezza della decisione della Corte d’assise che premia la prepotenza egiziana. È una battuta di arresto, ma non ci arrendiamo. Pretendiamo dalla nostra giustizia che chi ha torturato e ucciso Giulio non resti impunito. Chiedo a tutti voi di rendere noti i nomi dei 4 imputati e ribaditelo, così che non possano dire che non sapevano”: questo è il commento dell’avvocato Alessandra Ballerini, legale della famiglia Regeni, lasciando l’aula bunker di Rebibbia al termine dell’udienza. Presenti accanto alla Ballerini anche Paola Deffendi e Claudio Regeni, genitori di Giulio e Irene, la sorella.

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