La rivista che racconta la polizia locale con il direttore condannato a tre anni
PolMagazine (con sede a Roma e cuore a Montalto) parte da Cosenza, dispensa premi ed è affidata a Francesco Delvino, comandante a Cerignola con un processo finito male a Frosinone

COSENZA Il magazine è stato presentato in pompa magna al teatro Rendano di Cosenza. Con tanto di claim ambizioso («We have a dream») e ospiti d’onore. Parla di polizia locale, ha un editore con sede legale a Roma ma il cuore operativo è a Montalto Uffugo, dove ha sede la Lob&Partners, creatura di Luigi Vircillo, che di PolMagazine è anche il direttore creativo. L’appuntamento bruzio è servito a distribuire qualche premio – riconoscimenti sono stati consegnati a Domenico Maduli, patron di Pubbliemme, che compare tra i partner di Lob&Partners, e al capo della Prociv calabrese Fortunato Varone – e festeggiare l’avvio della nuova avventura editoriale. I legami con la Calabria emergono anche dai servizi: uno è dedicato alla polizia locale di Reggio e al suo comandante Salvatore Zucco.
«PolMagazine – così si presenta la rivista sui social – è un prezioso strumento di aggiornamento e di lavoro, indispensabile per gli operatori e i professionisti del settore, firmato dall’editore Lob&Partners. Una realtà editoriale ricca di approfondimenti normativi, nuove tecnologie al servizio della Pubblica Amministrazione e della Polizia Locale, aggiornamenti dai Comandi di tutta Italia».

Nell’editoriale di presentazione dell’iniziativa, il direttore Francesco Delvino, comandante della polizia municipale di Cerignola estrapola 25 parole del dizionario che terminano in “ura” per comporre una sorta di articolo in rima. E racconta che l’idea della pubblicazione nasce nell’ottobre 2020, «in piena pandemia», quando «tra sapere, saper fare e saper essere, abbiamo lanciato l’idea di un nuovo modo di fare in-formazione specialistica in un settore assetato di cultura, non solo operativa, di dignità, di riconoscimenti». A quei tempi, il processo che si è concluso con la condanna di Delvino era ancora in corso. Una storia finita con una pena di tre anni e, secondo quanto riportano alcuni siti d’informazione locali, con l’interdizione dai pubblici uffici per un lustro. E iniziata nel lontano 2011, con l’esecuzione di una serie di misure cautelari nell’inchiesta “Occhio vigile” della Procura di Frosinone. Proprio a Frosinone, Delvino comandava la polizia municipale quando nel mirino della Procura erano finiti i progetti per l’installazione delle telecamere in città e per l’istituzione della Zona a traffico limitato. Secondo l’accusa, due società – anch’esse sanzionate dal collegio giudicante – avrebbero beneficiato di un trattamento di favore nel corso dell’iter per l’avvio del servizio.
La sentenza di primo grado è arrivata a quattro anni dall’inizio del processo (febbraio 2017), giunto dopo una serie di rinvii per difetti di notifica e incompatibilità dei magistrati chiamati a comporre il collegio. Delvino, che si è sempre detto estraneo a tutte le accuse, ha proposto ricorso in Appello attraverso i propri legali. Ma l’esito del procedimento potrebbe generare qualche imbarazzo per chi si propone di diffondere (anche) la cultura della legalità attraverso una pubblicazione peraltro pensata per arrivare sulle scrivanie delle polizie municipali di tutta Italia.