ROMA Il presidente della Commissione parlamentare antimafia, l’ex Cinque Stelle Nicola Morra ha chiesto alla presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, di vedersi ripristinata l’indennità per la carica aggiuntiva che ricopre in seno alla Commissione. Una indennità alla quale aveva rinunciato insieme ad altri componenti del M5S. A darne notizia è il Fatto Quotidiano che, nel sottolineare il cambio di marcia del senatore, ricorda un tweet del 2018 nel quale Morra «rivendicava la primazia pentastellata nel rinunciare alle indennità. «Ora a sinistra e a destra emulano il M5S – scriveva –, ma quando nel 2013 l’abbiamo iniziato a fare ci sfottevano come pezzenti!». Li richiesta di avere l’indennità risale al 22 ottobre scorso. Una bella integrazione di circa 1.300 euro netti al mese, informa il Fatto. Non solo. Il senatore Morra «già che c’è, alla presidente del Senato ha chiesto pure se sia possibile riavere indietro gli arretrati, con la corresponsione di tutte le indennità di carica non percepite da quando siede alla presidenza dell’Antimafia» ovvero da novembre 2018. Facendo i conti della serva «fanno circa 50mila euro».
Dalla sua pagina Facebook Morra giustifica la cosa affermando che «ora che non ho più un gruppo politico a “prestarmi” figure professionali e dovendo necessariamente assumere un addetto stampa che possa comunicare all’esterno il lavoro della Commissione Antimafia e le attività del presidente, ho chiesto di poter avere l’indennità che mi spetta, in modo da poterci pagare un lavoratore, un giornalista addetto stampa che comunicasse il lavoro fatto».
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