Omicidio di Fortunata Fortugno, in Appello confermate le condanne
In secondo grado rideterminate le pene per l’attentato del Torrente Gallico dove perse la vita l’amante del boss Demetrio Lo Giudice

REGGIO CALABRIA In parziale riforma della sentenza pronunciata lo scorso 15 giugno dal gup Giovanna Sergi, la Corte d’Appello di Reggio Calabria ridetermina le condanne inflitte ai presunti responsabili dell’omicidio di Fortunata Fortugno, amante del boss Demetrio Lo Giudice, rimasta uccisa nell’agguato del Torrente Gallico la sera del 16 marzo 2018. Vittima designata dell’attentato era lo stesso Lo Giudice, che si fede scudo col corpo della donna per sfuggire ai proiettili.
In secondo grado vengono la pena per Paolo Chindemi passa da 20 anni a 18 anni di reclusione. Per Mario Chindemi da 14 a 7 anni anche per effetto dell’intervenuta collaborazione con la giustizia; per Ettore Bilardi a 15 anni e 4 mesi a 14 anni e 8 mesi; per Santo Pellegrino da 12 anni e 4 mesi a 11 anni e 8 mesi; per Pietro Pellicanò da 14 anni e 8 mesi a 12 e 8 mesi. Tra le pene accessorie viene esclusa la libertà vigilata per Mario Chindemi condannato – in solido con Francesco Chindemi – al pagamento di 4.400 euro come spese per le parti civili tra cui figura anche lo stesso Lo Giudice.
La vicenda
Come ricostruito al tempo dalla squadra mobile di Reggio Calabria, si sarebbe trattato di un vero e proprio attentato di ‘ndrangheta nei confronti del boss Lo Giudice conosciuto come “Mimmo u boi” all’epoca dei fatti ritenuto vicino alla cosca Tegano, accusato di aver provocato fibrillazioni criminali nel quartiere Gallico volte a ridiscutere gli assetti mafiosi del tempo. Agli spari verso la sua auto, Lo Giudice era sopravvissuto schermandosi dietro alla donna, vittima innocente. I due erano appartati in una zona isolata, nei pressi appunto del Torrente Gallico, circostanza che avrebbe provocato l’intervento del killer intervenuto insieme a Paolo e Mario Chindemi a fronte della ricostruzione offerta da quest’ultimo agli inquirenti. (f.d.)