Evasione fiscale e riciclaggio nel Parmense, arrestato imprenditore crotonese
Le fiamme gialle hanno scoperto la truffa. All’uomo di origini pitagoriche sono stati sequestrati beni per 9,5 milioni

BOLOGNA Avrebbe emesso fatture false dal 2015 al 2017 per ingannare il fisco e in seguito, nei due anni successivi, avrebbe anche trasferito ingenti risorse all’estero, per “drenare” gli importi percepiti dalla società destinatarie delle fatture. È questa in estrema sintesi l’accusa mossa dalla Procura di Parma (Pm Paola Dal Monte), che ha coordinato le indagini della Guardia di Finanza, a un imprenditore parmense di origini crotonesi, rappresentante legale di una società del settore delle lavorazioni meccaniche.
Per lui il Gip ha disposto gli arresti domiciliari e il sequestro preventivo di beni fino all’ammontare delle imposte evase, pari a circa 9,5 milioni di euro, a carico di 19 persone, per vari reati fiscali.
Le verifiche sono scattate dopo un controllo del 2020 nei confronti di un’impresa risultata priva di un impianto contabile affidabile e dedita all’emissione di numerose fatture false relative ad operazioni mai realmente avvenute. Sono stati fatti allora accertamenti incrociati su società ‘cartiere’, cioè prive di ogni consistenza patrimoniale, utenze, mezzi e dipendenti, appositamente costituite e riconducibili al principale indagato, in Spagna, Ungheria e Slovacchia.
Nel meccanismo illecito sarebbero state coinvolte 80 imprese, di cui 14 società e 5 ditte individuali.