‘Ndrangheta, il boss Peppe Mancuso è di nuovo libero
Fratello di Pantaleone e di Rosina, “‘Mbrogghia” era stato catturato all’alba del 29 aprile 1997. Prima condannato all’ergastolo, poi a 30 anni, è ora libero dopo 24 anni e 7 mesi

VIBO VALENTIA Torna in libertà oggi, dopo 24 anni e 7 mesi, il boss di ‘ndrangheta Peppe “’Mbrogghia” Mancuso. Per il nipote del super boss di ‘ndrangheta, Luigi Mancuso, nonché zio del pentito, Emanuele Mancuso, si sono aperte questa mattina le porte del carcere di Cuneo. Peppe Mancuso, dunque, è di nuovo un uomo libero e potrà così fare ritorno nella sua Limbadi.
La storia
Quella di Peppe Mancuso è una storia e una figura tra le più importanti della ‘ndrangheta calabrese. Inserito all’epoca nell’elenco dei 30 ricercati più pericolosi, ‘Mrogghia aveva fatto perdere le sue tracce per oltre 4 anni e nel frattempo aveva anche assunto la guida della potente famiglia di ‘ndrangheta dopo l’arresto dello zio Luigi. Considerato dagli inquirenti, per il periodo in cui era libero, e a capo dell’ala militare della potente cosca di Limbadi, Peppe Mancuso è il fratello di Pantaleone Mancuso, detto “l’Ingegnere” e di Rosaria Mancuso, detenuta e collegata alla vicenda dell’autobomba di Limbadi in cui rimase ucciso il biologo, Matteo Vinci.
La cattura e la condanna
Una lunga latitanza terminata, però, all’alba del 29 aprile del 1997, quando fu catturato nel corso di un blitz dei carabinieri del Ros in un casolare a San Calogero. Peppe “’mbrogghia” Mancuso, accusato di associazione a delinquere finalizzata al narcotraffico e associazione mafiosa, nel 2004 fu condannato all’ergastolo dalla Corte d’assise di Palmi. Pena poi convertita, negli anni successivi, a 30 anni di detenzione, salvo poi uscire dal carcere dopo neanche 25 anni.