CATANZARO Debiti commerciali elevatissimi e contenzioso fortemente impattante sui costi dell’intero sistema. L’emergenza della sanità calabrese è tutta racchiusa in queste due pesantissime criticità, che sono probabilmente le priorità da affrontare per la struttura guidata dal governatore e commissario Roberto Occhiuto e dai sub commissario Maurizio Bortoletti ed Ernesto Esposito nell’azione di risanamento del settore. La ricognizione del debito – propedeutica al suo azzeramento – è una delle “mission” più delicate e impegnative che attende la struttura commissariale, che sul tavolo si trova dati evidente preoccupanti. Sono i dati certificati anche dalla Corte dei Conti in sede di giudizio di parifica del Rendiconto 2020 della Regione Calabria: dati ovviamente negativi, anche se alcuni in lieve miglioramento. Giusto per fare un esempio, dai dati citati dalla Corte dei Conti emerge al 31 dicembre 2020 un debito commerciale complessivo delle Asp calabresi superiore a 927 milioni (+39,32% rispetto all’anno precedente), e una potenziale esposizione debitoria di tutte le aziende, sanitarie e ospedaliere, superiore a 481 milioni.
Così scrive la Corte dei Conti nella requisitoria al giudizio di parifica. «Come è noto, le aziende del Ssr calabrese, nel periodo 2014-2019, non hanno rispettato la direttiva europea sui tempi di pagamento; nel 2020 gli indicatori risultano ancora elevati, seppure, nella maggior parte dei casi, in leggera diminuzione». Con riferimento ai debiti commerciali la Corte dei Conti espone dati da cui risulta che «l’azienda ospedaliera di Cosenza di Cosenza presenta un ammontare di partite aperte di euro 21.754.194,01 di cui il 79% riconducibile a partite debitorie anno 2020, con un decremento del 36% rispetto all’esercizio precedente; l’azienda ospedaliera di Catanzaro presenta un ammontare di partite aperte di euro 58.435.993,68 riconducibili per il 60% a partite debitorie anno 2020, con un decremento del 6% rispetto all’esercizio precedente; l’azienda ospedaliera di Reggio Calabria presenta un ammontare di partite aperte di euro 36.388.780,14, riconducibili per circa il 72% a partite debitorie anno 2020; l’azienda ospedaliera universitaria Mater Domini presenta un ammontare di partite aperte di euro 130.520.755,00, riconducibili per circa il 32% a partite debitorie anno 2020, con un incremento del 4% rispetto al 2019».
Questa invece, per la magistratura contabile, la situazione delle aziende sanitarie “fotografata” dalla Corte dei Conti: «L’Asp di Catanzaro ha debiti per euro 64.813.482,40 di cui il 61% riguardante il 2020, con un decremento del 46% rispetto all’esercizio precedente; l’Asp di Cosenza presenta un ammontare di debiti pari ad euro 280.563.866 di cui il 40% riferibili al 2020, con un decremento rispetto al 2019 del 22%; L’Asp di Crotone ha debiti per euro 119.857.783,03 di cui il 38% riguarda il 2020, con decremento del 15% rispetto all’esercizio precedente;; l’Asp di Reggio Calabria dichiara debiti per euro 421.495.894,26 di cui solo il 23% riguarda il 2020». La Corte dei Conti ricorda poi che «il Tavolo tecnico, nella riunione del 22 luglio 2021, ha chiesto che il commissario ad acta della Regione Calabria affrontasse la questione del debito pregresso nell’ambito del previsto Programma operativo 2022-2023 di prosecuzione del Piano di rientro. Il ritardo con cui le aziende sanitarie e ospedaliere del Ssr calabrese effettuano i propri pagamenti determina ingenti interessi moratori che incidono negativamente sui risultati finanziari». A lenire un po’ il quadro è comunque un dato: gli interessi passivi sono diminuiti complessivamente dal 2019 (pari a 33,46 milioni) al 2020 (pari a 21,96 milioni), registrando un miglioramento rispetto all’anno precedente del 34,36%.
Purtroppo, il quadro resta sempre negativo, anche e soprattutto con riferimento al contenzioso. Nell’ambito del giudizio di parifica la Corte dei Conti ha ricordato che la Regione ha chiesto alle Asp e alle Ao di comunicare una serie di informazioni (come l’importo del contenzioso al 31 dicembre 2018/2020, i criteri seguiti per la determinazione del fondo rischi e oneri sul contenzioso e la congruità degli accantonamenti, gli accantonamenti effettuati al fondo rischi ed oneri). Le aziende hanno fornito i dati non comunicando però i criteri seguiti per la determinazione del fondo rischi e oneri sul contenzioso ed il costo relativo agli interessi derivanti da contenzioso. Dall’analisi della Corte dei Conti risulta che «le aziende che hanno dimostrato di avere un’esposizione debitoria potenziale molto critica sono l’Asp di Catanzaro, l’Aou Mater Domini di Catanzaro; l’Asp di Reggio Calabria; l’Asp di Vibo Valentia. In definitiva, alla luce di quanto rappresentato dalle aziende, si rileva che sui costi del servizio sanitario calabrese continua a incidere fortemente il contenzioso con i correlati oneri aggiuntivi». (a. c.)
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