CORIGLIANO ROSSANO Sembrerebbe una banale “notifica” ed invece rappresenta “il” problema. Da tempo, alcune persone risultate positive lamentano l’assenza di comunicazione dell’ordinanza comunale della quarantena dopo un tampone – antigenico o molecolare – attraverso cui risulti l’infezione al Sars-Cov-2. Le mancate notifiche stanno generando il caos in città e non solo.
Questa è la prassi: quando un soggetto risulta positivo al tampone, scatta la comunicazione al Dipartimento igiene e prevenzione dell’Asp che a sua volta comunica al Comune di residenza la notifica della positività. L’ente locale a quel punto ha l’obbligo di comunicare la quarantena al soggetto interessato ed ai suoi conviventi.
Accade, oggi molto spesso a causa delle numerosissime segnalazioni, che il Comune non riesca a rispondere celermente alle sollecitazioni e quindi ad emanare l’ordinanza con la quale obbliga il soggetto a restare a casa, a causa dell’esiguità degli addetti (e stamattina pare ce ne fosse solo uno, ndr). Ma se quell’ordinanza non viene più recapitata all’interessato, genera una sorta di anarchia.
E così potrebbero verificarsi casi di positività che nessuno certifica o che la quarantena non venga rimossa perché si è in attesa del terzo giro di tamponi negativo.
La mancata ordinanza sindacale sta ovviamente alimentando la confusione anche con i green pass. A chi è guarito, il Green Pass viene assegnato dal Ministero dell’Interno. Per molti, a Corigliano Rossano, non è così perché se la notifica non viene recapitata, per i sistemi burocratici è come se la malattia non fosse mai esistita.
E chi deve fare il vaccino? Un altro giro di giostra infinita se deve certificare di essere stato positivo o lo vuole fare dopo tre mesi e non può perché non è mai risultato nella lista degli infetti.
Insomma, tra nessuno che certifichi la positività e nessuno che certifichi la negatività, c’è in mezzo un multiverso che spesso può trasformarsi in una prigione per i più responsabili. Oppure il libero arbitrio. (l.latella@corrierecal.it)
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