LAMEZIA TERME «Che sia un processo mediatico è evidente, sono circolate notizie in una fase istruttoria ed è singolare che l’interessato non sappia cosa accade mentre certa stampa sì. Non so perché, mi sono fatto un’idea e farò i passi necessari. Quello che posso chiedere è subito il rinvio a giudizio così da chiudere questo processo mediatico nel più breve tempo possibile». A parlare è Marcello Manna, avvocato e sindaco di Rende, ospite del talk “20.20” de L’altro Corriere Tv, condotto da Danilo Monteleone e Ugo Floro. Il riferimento del primo cittadino di Rende è, ovviamente, all’indagine che lo riguarda. Quella cioè della Procura di Salerno che indaga Manna per l’accusa di corruzione in atti giudiziari aggravata dal metodo mafioso. Secondo l’accusa, il 30 maggio 2019 avrebbe consegnato a Marco Petrini, giudice ora sospeso della Corte d’Appello di Catanzaro, la somma di 5.000 euro in contanti all’interno una busta da lettere contenuta in una cartellina da studio, data al giudice nel suo ufficio. «Ci sono atti che, devo dire, – spiega Manna in trasmissione – mi indirizzano verso una certa soluzione e interpretazione dei fatti. Petrini, per sette volte, esclude il mio coinvolgimento. Oggi penso di subire un processo politico, ma l’indagine riguarda la sfera professionale. Sono totalmente tranquillo e estraneo su tutto, voglio ribadirlo».
L’inchiesta che lo vede coinvolto, ha ribadito Manna, non starebbe influenzando la sua attività da sindaco. «Si governa semplicemente facendo il proprio lavoro, provando a progettare una nuova area urbana e una città attraverso il Pnrr, siamo a lavoro mattina e sera». «Questa vicenda – ha chiarito – non toglie nulla perché non vedo l’ora che inizi il processo, far vedere quali dinamiche e interessi ci sono dietro questo processo. Non mi condiziona e anzi, voglio andare oltre. Attendo la richiesta e poi avrò molto da dire».
Ci sarebbe, dunque, un secondo fine, un fine diverso, e forse anche un “manovratore”. Ma come si concilia tutto questo considerato che procede la Procura di Salerno? «Non le so dire, – risponde Manna – io però vedo che in pieno segreto istruttorio sono circolati fotogrammi che – secondo gli atti depositati – proverrebbero da un video anomalo che presenta diverse censure di carattere tecnico». Marcello Manna spiega – dal suo punto di vista – quello che è diventato in questa inchiesta l’immagine più simbolica. «Io ho consegnato una cartella con dentro dei documenti, non una busta con del denaro. E questo salterà fuori dal processo. Questo atto non viene fuori dalla difesa, qualcuno ha fatto girare questa cosa. C’è un motivo? Normalmente gli atti coperti da segreto istruttorio circolano?». «La Rai, interpellata da me, – ha spiegato Manna – ha prodotto una serie di documenti che provano una possibile manomissione di questi fotogrammi, messi in dubbio anche dal Ris di Roma e dai consulenti». «Io non ho mai pensato di dimettermi proprio perché so che dietro queste manovre c’è qualcuno che cerca di fermarmi. Al massimo possono farlo politicamente».
Al di là degli aspetti legati all’indagine della Procura di Salerno, Marcello Manna nel corso della trasmissione ha affrontato diversi altri temi, sollecitato dai due conduttori. Come la vicenda legata all’autorità idrica. «È prevista per legge e la Calabria è una delle ultime a dotarsene, siamo sempre in affanno come al solito. Si arriva con una assemblea, 40 sindaci, e si fa una scelta, anche coraggiosa. L’obiettivo era partecipare ai bandi perché la nostra regione presenta diverse criticità, dalle reti alla depurazione. Stiamo creando un gestore unico, non più tante e diverse realtà». «Avevamo però il problema di partecipare a finanziamenti per 60 milioni di euro per la Calabria – ha chiarito Manna – e l’unico contenitore disponibile era “Cosenza Acque”. Abbiamo fatto un’assemblea, 80 comuni, e abbiamo trasformato la società in “Acque pubbliche Calabria” per intercettare i finanziamenti. Ce ne saranno altri ma sulla tempistica, i sindaci, grazie al loro lavoro incessante, c’hanno permesso di fare tutto. Ci preoccupano i 2 miliardi di finanziamento per l’abduzione e Sorical non può partecipare perché mista e in liquidazione. Abbiamo posto il problema perché il rischio di perdere il finanziamento è altissimo. Abbiamo pensato di costituire un contenitore, pubblico, intercettiamo i finanziamenti, e poi includiamo Sorical. Entro gennaio dovrebbero arrivare le risposte».
E poi c’è il tema, cruciale, legato ai fondi del Pnrr. Anche su questo fronte, il sindaco di Rende Marcello Manna è già all’opera: «Il governo ha accolto alcune richieste di Anci, prevedendo anche il costo della progettazione. Fino a ieri, avevamo tante idee, non c’era il denaro necessario per realizzare e progettare, senza poter fare nulla essendo ormai al limite della sopravvivenza. Arriva questa pioggia di denaro che investe tantissimi aspetti per poter portare la Calabria a livello del resto d’Italie e d’Europa». «La nostra idea è quella di prendere progettisti, per tre anni, è personale che ci manca visto che già siamo al lumicino per quanto riguarda il personale. Abbiamo chiesto di coinvolgere le università anche perché sono sempre separate dal territorio, non si percepiscono perché spesso ci sono steccati».
Infine i rapporti con Cosenza, anche (e soprattutto) alla luce dell’elezione del nuovo sindaco, Franz Caruso. «Cosenza-Rende è una realtà chiara e pacifica di un’area che va oltre e i cittadini la vivono come un territorio unitario, è più un fatto politico. Si devono unire in modo intelligente. L’unione Corigliano-Rossano è tra due città, Rende-Cosenza è un’unione che va da un capoluogo a una città ma deve essere paritario, non deve essere un’annessione».
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