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Migranti, la gestione dei centri d’accoglienza nel mirino della Corte dei conti

Contestato danno erariale per 5 milioni. L’attività di polizia ha riguardato anche 14 amministratori di enti locali e rappresentanti di cooperative

Pubblicato il: 31/01/2022 – 8:28
Migranti, la gestione dei centri d’accoglienza nel mirino della Corte dei conti

CATANZARO Il “business” dei migranti finisce alla Corte dei conti. Contestato un danno erariale di oltre 5 milioni di euro per irregolarità negli affidamenti dei centri di accoglienza: a maggio l’udienza.
La sezione giurisdizionale per la Calabria della Corte dei conti – riferisce la Gazzetta del Sud – ha fissato per il 3 maggio l’udienza per la discussione nel merito della contestazione di un presunto danno erariale, per oltre 5 milioni di euro, derivante da asserite irregolarità negli affidamenti per la gestione dei centri di accoglienza dei migranti nella Regione, per il periodo che va dall’aprile 2011 al dicembre 2012. La richiesta di fissazione dell’udienza davanti ai magistrati contabili è stata formulata dalla Procura regionale della Corte dei conti di Catanzaro, nello specifico dal vice procuratore generale Giovanni Di Pietro, che ha coordinato le indagini condotte dalla Guardia di Finanza, in particolare, dalla Compagnia di Paola e dalla Tenenza di Amantea.
L’attività di polizia economico-finanziaria ed erariale delle Fiamme Gialle – è riportato ancora dalla Gazzetta del Sud – ha riguardato il dirigente pro tempore del settore Protezione civile della Regione Calabria, nominato “soggetto attuatore” (persona delegata per la gestione di dell’emergenza), 14 amministratori di Enti locali, tra sindaci pro tempore e componenti delle Giunte comunali pro tempore dei Comuni di Acquaformosa, Riace e Caulonia, nonché numerosi amministratori/rappresentanti legali pro tempore di società cooperative aventi sede in provincia di Cosenza, Catanzaro, Crotone e Reggio Calabria. La Procura catanzarese chiede la condanna «al risarcimento del danno che è complessivamente pari a 5.089.839,63 euro».

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