Caro bollette, «le spese per i Comuni sono quasi triplicate: impossibile garantire i servizi»
Il sindaco di Chiaravalle lancia l’allarme: «La manovra del Governo è insufficiente. Sbloccare i cantieri per produrre energia»

LAMEZIA TERME Il caro energia comincia a farsi sentire e tra le prime reazioni si fa spazio un’importante iniziativa promossa da sindaci, imprenditori e cittadini comuni. Domenico Donato, sindaco di Chiaravalle, è uno dei fautori della protesta lanciata proprio nel centro del Catanzarese lo scorso 13 febbraio, che ha visto molti cittadini scendere in piazza insieme ai sindaci delle Preserre contro l’impennata dei costi dell’energia che rischia di mettere inginocchio esercenti, aziende e intere comunità. Un sit in che ha avuto una forte partecipazione e che continuerà a promuovere iniziative e contestazioni pur di ottenere delle risposte da parte della Regione e del Governo nazionale. «Non poteva essere diversamente – commenta Donato durante l’intervista al talk 20.20, condotto da Danilo Monteleone e Ugo Floro in onda su L’Altro Corriere Tv (canale 16) – dovevamo e dobbiamo farci sentire perché in questo momento noi amministratori siamo con le spalle al muro. Dobbiamo scegliere se far tornare i conti nel bilancio o continuare a garantire i servizi ai cittadini. Fare entrambe le cose non ci è più possibile». Descrive una situazione drammatica il sindaco di Chiaravalle e lamenta il paradosso in cui si trovano bloccate le amministrazioni: «Di norma un Comune dovrebbe sempre garantire i servizi essenziali ai cittadini, ma di fatto i nuovi costi dei servizi ne impediscono la loro consueta erogazione». Secondo Donato «per poter andare avanti dovremmo diventare tutti esattori, pesando sulle tasche dei cittadini». Se il Governo nazionale non vara una strategia efficace, per il primo cittadino di Chiaravalle, l’unica via perseguibile sarebbe quella di sommare questi aumenti alle spese già onerose di cui si fa carico la gente comune. Proprio per questo si è organizzata una protesta: per “salvare” le comunità da questo terribile scenario, che porterebbe ad un ulteriore impoverimento dopo due anni già di per sé complessi e segnati dall’emergenza Covid. Il quadro riportato dal sindaco sul rincaro delle utenze è a dir poco scoraggiante: «Per quanto riguarda la luce c’è stato un incremento di oltre il 50% rispetto all’ultimo quadrimestre e di oltre il 130% rispetto a quello del 2021, il gas, invece, è aumentato del 40% nell’ultimo trimestre e del 90% rispetto allo scorso anno». Si parla, dunque, di spese più che duplicate e volendo quantificare l’incremento in euro «il Comune di Chiaravalle è passato da 350mila euro di spese in energia in un anno a circa 800mila euro». Prima del caro bollette il sindaco racconta di come aveva fronteggiato la crisi economica dovuta al Covid, scegliendo di attivare degli interventi come bonus alimentari, riduzione di tasse come l’Imu e delle tariffe idriche insieme agli sgravi sui tributi pagati dagli esercenti, «iniziative che – afferma – non potranno avere seguito in un contesto paradossale come questo». «Accanto a me in questa protesta – continua Donato – ci sono altri amministratori, imprenditori, commercianti e anche Confesercenti, a mobilitarci è la volontà di avere una risposta dalle istituzioni, i 6 o 7 miliardi che sta pensando di mettere in campo il Governo Draghi non sono affatto sufficienti. Siamo preoccupati per un rincaro che non coinvolge solo l’energia, ma anche le materie prime e un bene fondamentale per tutti i settori come il carburante».
Per Donato è giusto interrogarsi su come migliorare la produzione energetica in Italia, e perché no, in Calabria, ma la priorità «ora è pensare all’immediato, il governo dovrebbe sbloccare quei cantieri che potrebbero produrre energia ma che sono fermi per la burocrazia» formula un primo esempio, il sindaco, sulle possibili soluzioni da adottare. La contestazione per il caro bollette è appena iniziata e proseguirà perché il problema è enorme e «non lo possono fronteggiare le amministrazioni, titolari delle aziende o i cittadini lasciati soli».
«Anche enti come la Caritas sono in difficoltà – conclude Donato lanciando un allerta che coinvolge tutti gli enti e non salva nessuno – noi sindaci dal canto nostro non possiamo solo staccare l’illuminazione pubblica, ma abbiamo bisogno di una forte manovra di governo che possa scostare il bilancio e muovere molti più miliardi di quelli previsti, almeno una trentina, solo così potremo fronteggiare bene i rincari». (a. col.)