CORIGLIANO ROSSANO Mentre il governo allenta le misure per contenere il virus, in Calabria la pressione continua a farsi sentire. L’infettività delle varianti Omicron e Omicron 2 sta colpendo in queste ore lo spoke di Corigliano Rossano e in particolare il pronto soccorso del “Giannettasio”, più che mai a rischio chiusura.
Dopo i casi registrati nella serata di ieri, questa mattina altri operatori sono risultati positivi – tra questi chi per la seconda volta in un mese alla variante Omicron 2 –: al momento risultano affetti dal virus Sars-Cov-2 due medici, quattro infermieri e un operatore socio sanitario. Altri operatori con sintomatologia saranno verificati da test molecolare nelle prossime ore. Assenze che combinate ad altre per patologie varie – due medici – faranno saltare il banco. Se entro domani non saranno individuate soluzioni tampone, il direttore del Dipartimento di Emergenza Urgenza, Natale Straface, sarà costretto a chiudere il pronto soccorso del “Giannettasio” ed a dirottare tutta l’utenza della Sibaritide sull’ospedale “Compagna”.
Ma questo è solo uno dei tanti problemi che stanno gravando sui due presìdi coriglianorossanesi e da diverso tempo.
È di questa mattina la notizia delle dimissioni – a partire dal 31 marzo – presentate da Giovanni Malomo, il primario del reparto Covid del “Giannettasio”. La Pneumologia Covid, con 36 posti di cui 8 di terapia intensiva, ha contrastato in solitaria l’inferno delle ondate precedenti e di quest’ultima, tant’è che ad oggi risultano 32 posti occupati, con alcuni in condizioni gravissime.
Le dimissioni di Malomo sono legate alle prospettive future del reparto. Il 31 marzo scadrà lo stato di emergenza e, nonostante il reparto Covid di Rossano stia lavorando ancora a pieno regime, la lettera di dimissioni sarebbe da interpretare come una richiesta di chiarezza sul futuro dell’Unità operativa complessa. Malomo gestisce circa circa quaranta operatori sanitari, tra medici, infermieri e ausiliari, tutti legati a doppio nodo al futuro del reparto.
Una divisione che era stata aperta a Corigliano Rossano nell’ottica di mantenere anche dopo la fase pandemica l’unità operativa complessa di Pneumologia. Ad oggi, però, nessun documento ufficiale certifica la volontà espressa a parole, dal management dell’Asp di Cosenza e dal sindaco Stasi. Il quale, si apprende da fonti accreditate, avrebbe già scritto al commissario Vincenzo La Regina affinché interceda con Malomo e intervenga decisamente con la direzione sanitaria dello spoke di Corigliano Rossano.
Il malessere sembra comunque diffuso tra i primari dei due presidi ospedalieri “Giannettasio” e “Compagna”. Non è da escludere che sia un “sentimento” che scaturisce dalla gestione complessiva dello spoke. (l.latella@corrierecal.it)
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