Incontri Kiev-Mosca in Turchia. Incendi a Chernobyl: rischio fughe radioattive
Ripartono i colloqui tra russi e ucraini. Le fiamme incalzano la zona della centrale. Zelensky all’Occidente: «Vi manca il coraggio»

KIEV La guerra in Ucraina è arrivata al suo trentaduesimo giorno. E gli attacchi delle forze russe proseguono senza sosta sulla città. Le forze del Cremlino hanno colpito nuovamente il centro di ricerca nucleare a Kharkiv e condotto altri raid su Leopoli. Mentre l’esercito di Kiev annuncia nuove riconquiste di territori prima occupati dalle truppe di Putin.
Ripartono i colloqui di pace in Turchia
Il prossimo round di colloqui tra Ucraina e Federazione Russa si svolgerà in presenza dal 28 al 30 marzo in Turchia. Lo ha annunciato uno dei membri della delegazione ucraina, David Arahamiya su Facebook, secondo quanto riferisce Ukrinform. «Oggi, al round di colloqui in video, è stato deciso di tenere il prossimo round in presenza in Turchia dal 28 al 30 marzo», ha affermato.
Incendi vicino Chernobyl. Rischio fughe radioattive
Estesi incendi sono scoppiati nella zona di esclusione di Chernobyl a causa degli intensi bombardamenti da parte dei russi. Lo ha riferito il commissario per i diritti umani del Parlamento ucraino Lyudmila Denisova nel suo canale Telegram, citata da Unian. Attualmente sono noti 31 incendi che hanno inghiottito più di 10.000 ettari di foresta. L’incendio, ha chiarito Denisova, provoca un aumento del livello di inquinamento atmosferico radioattivo. «La combustione rilascia radionuclidi nell’atmosfera, che vengono trasportati dal vento su lunghe distanze. Le radiazioni minacciano Ucraina, Bielorussia ed Europa». I soccorritori non sono attualmente in grado di adottare misure efficaci per localizzare l’incendio ed eliminarlo, a causa del controllo russo su tutta l’area. Il sindaco Slavutych ha fatto appello all’Agenzia internazionale per l’energia atomica perché invii esperti e attrezzature antincendio in Ucraina il prima possibile.
Zelensky all’Occidente: «Vi manca coraggio»
«Impossibile salvare Mariupol senza altri tank e aerei, i missili russi non si abbattono con fucili e mitra». Lo ha detto il presidente Volodymyr Zelensky in un nuovo video. Poi il premier ucraino ha accusato l’Occidente di non aver abbastanza «coraggio» quando si tratta di aiutare l’Ucraina, ripetendo la sua richiesta di inviare aerei e carri armati a Kiev.
Parlando sui suoi canali social, Zelensky ha affermato che l’Occidente «gioca a ping-pong nel decidere chi dovrebbe mandare i jet».
«Ho parlato con i difensori di Mariupol. Sono in costante contatto con loro. La loro determinazione, il loro eroismo e la loro fermezza sono straordinarie. Se solo coloro che da 31 giorni stanno pensando come mandarci aerei e tank avessero l’1% del loro coraggio».
Deputata Vasylenko: «A Kiev la gente beve dalle acque di scarico»
La deputata ucraina Lesia Vasylenko ha spiegato che la popolazione ucraina a Kiev sta morendo di fame ed è costretta a bere l’acqua di scarico. Parlando a Times Radio, Vasylenko ha detto che la capitale soffre di scarsità di cibo e per questo le persone sono «costrette a rimanere negli scantinati e nelle stazioni della metropolitana. La gente muore di fame e beve acque reflue. A Mariupol, migliaia di persone vengono deportate con la forza attraverso il confine con la Russia apparentemente in salvo, ma poi vengono espulse in una direzione sconosciuta e nessuno ha più notizie di loro», ha aggiunto.
Referendum per l’annessione alla Russia. Kiev: «Non sarà valido»
Intanto il leader dell’autoproclamata repubblica di Lugansk annuncia che «nel prossimo futuro sarà lanciato un referendum per l’annessione alla Russia».
«Qualsiasi referendum nei territori temporaneamente occupati è giuridicamente insignificante e non avrà conseguenze legali». Lo ha detto il portavoce del ministero degli Esteri ucraino, Oleg Nikolenko, commentando l’ipotesi di una consultazione popolare nell’autoproclamata repubblica separatista di Lugansk per l’annessione a Mosca. La Russia alla vigilia del conflitto ne aveva riconosciuto l’indipendenza, insieme a quella di Donetsk.
Viminale: In Italia arrivati 71.940 profughi
Da quando è iniziata la guerra in Ucraina, in Italia sono arrivati 71.940 profughi, secondo i dati diffusi dal Viminale: 37.082 sono donne, 6.661 uomini e 28.197 sono minori. Rispetto a ieri, l’incremento è di 1.156 ingressi nel territorio nazionale: le destinazioni principali sono Milano, Roma, Napoli e Bologna.
Oltre 3,8 milioni di rifugiati ucraini all’estero
Sono saliti a oltre 3,8 milioni i rifugiati che hanno lasciato l’Ucraina per andare all’estero. Lo riferisce l’Unhcr, precisando che sono 3.821.049. La maggior parte sono ospitati dalla Polonia, precisamente 2.267.103. Gli altri rifugiati si trovano in: Romania, 586.942; Moldavia, 381.395; Ungheria, 349.107; Slovacchia, 272.012; Russia, 271.254; e Bielorussia, 6.341.