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«La poltrona di AGG tanto scomoda quanto desiderata»

«Grande, che non è poi così estraneo al cinema, avrà davanti a sé un anno di duro lavoro, durante il quale non potrà fare miracoli»

Pubblicato il: 13/04/2022 – 21:10
di Ugo Floro
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«La poltrona di AGG tanto scomoda quanto desiderata»

Non si è neanche insediato come commissario della nuova Film Commission Calabria che già, Anton Giulio Grande, subisce un linciaggio mediatico di rara intensità, alimentato da ipocrite dissertazioni sulla competenza e da quintali di invidia.
Che in Calabria tutto muove.
Perché, diciamoci ĺe cose come stanno, di cani al succoso osso ce ne erano assai, ma davvero tanti, troppi forse, e pure sponsorizzati con tanto di marchettazze pubblicistiche.
E ora che non lo hanno avuto, l’osso, mordono, schiumano rabbia, si coalizzano con il cemento della frustrazione e mettono insieme eserciti di troll nella speranza, vana, che Grande si dimetta per l’insopportabile colpa di non aver mai lavorato nel cinema.
Sì perché, secondo certi tribuni che misurano la competenza degli altri, e non quella degli amici che vorrebbero con il culo su poltrone altisonanti, un “volgare” stilista non può amare il cinema, non può permettersi di nutrirne la passione, non può concepire un progetto alto per la propria terra.
Poi ci sono i commenti di qualche interessato trombato, rilanciati da altrettanti interessati megafoni, e perfino da ex collaboratori di FcC che probabilmente speravano in improbabili ripescaggi (sono davvero curiosi e senza vergogna quelli che parlano male di una realtà per cui hanno lavorato e pretendono pure di essere considerati terzi, scevri dal sentire livoroso che li anima).
A leggere certe analisi di stampo biliare, parrebbe che il mancato decollo di un ente che sarebbe dovuto essere da anni una leva per l’immagine della regione, al pari delle Film Commission di altre realtà meridionali, sia ascrivibile allo stilista lametino.
Evidentemente così non è.
Grande, che non è poi così estraneo al cinema, anche se non lo dà a vedere, avrà davanti a sé un anno di duro lavoro, durante il quale certo non potrà fare miracoli, ma dimostrerà quello che è, uno sgobbone, un ambizioso, uno che la Calabria non l’ha mai lasciata e vorrebbe promuoverla a dovere, e che per questo si guadagnerà sul campo altri anni di promozione.
Come Beatrice Borgia, una laureata in biotecnologie industriali che ha fatto cose egregie come presidente della Film Commission Piemonte, e infatti lì nessuno le rimprovera di non aver lavorato con Al Pacino.
Perché?
Perché l’hanno messa prima alla prova.
Sta a Roberto Occhiuto dare a Grande strumenti e sostegno veri perché possa attuare quanto disse in una intervista al Corriere della Calabria qualche mese fa.
Anche perché la nuova impostazione che alcune modifiche statutarie e legislative hanno dato a Film Commission Calabria dice che lo strumento è cambiato, nel senso che adesso è più un organismo ponte tra la cultura e il turismo che un ente di sola promozione cinematografica.
Ragion per cui non si vede perché un fashion maker del calibro di Grande non possa essere degno della sua guida.
Tanto più che non ha neanche iniziato a lavorare.
Che ne direste, dunque, se attendessimo qualche settimana prima di giudicarlo?

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