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«Se dici qualcosa ti taglio la testa». Il dramma della bimba del Vibonese abusata sessualmente dal nonno orco

La drammatica storia, scoperta da un’insegnante, e che ha portato all’arresto di un 70enne. Dalle violenze in auto al casolare abbandonato in cambio di «patatine e gelato»

Pubblicato il: 18/04/2022 – 15:08
di Giorgio Curcio
«Se dici qualcosa ti taglio la testa». Il dramma della bimba del Vibonese abusata sessualmente dal nonno orco

VIBO VALENTIA Una storia atroce, agghiacciante. Quello che arriva dal Vibonese è un racconto straziante e drammatico, un calvario subito da una piccola bambina da parte del nonno acquisito, padre del compagno della madre.

La denuncia dell’insegnante

Tutto è partito dalla denuncia presentata agli agenti della Squadra Mobile di Vibo Valentia da parte di una coraggiosa docente di una scuola primaria del Vibonese, convinta che una delle sue alunne «fosse vittima di abusi» perpetrati dal «nonno acquisito», padre del compagno della madre. Secondo il racconto della docente, infatti, la piccola alunna «tendeva ad isolarsi e si estraniava» e così, dopo averla convinta a confidarsi, ha appreso degli abusi subiti costantemente dal nonno acquisito. Episodi atroci, raccontati solo in parte alla madre, e dei quali esistevano alcuni video solo per comprovare, almeno in parte, la veridicità, iniziati quando la piccola aveva poco più di 8 anni. Un’indagine, quella coordinata dalla Procura di Vibo Valentia, guidata da Camillo Falvo e il sostituto Maria Cecilia Rebecchi, che ha portato all’arresto di un uomo di 70 anni, così come previsto dall’ordinanza firmata dal Gip del Tribunale di Vibo Valentia, Francesca Del Vecchio.

Le violenze in auto e nel casolare

Quelli emersi nel corso dell’indagine – condotta in tempi brevissimi – sono dettagli sconvolgenti. Il 70enne, infatti, in più di una circostanza avrebbe caricato la minore, la nipotina acquisita, in auto anche dopo essere andato a prenderla a scuola, e l’avrebbe condotta in luoghi isolati, abusandone sessualmente. E poi le avrebbe chiesto di non dire nulla a nessuno, promettendole che «se avesse fatto quello che lui le chiedeva, la avrebbe comprato patatine o il gelato». In altre circostanze, così come emerso dal terribile racconto, il nonno conduceva la piccola in una casa costruita da lui, e anche in questo caso abusava di lei, costringendola a compiere atti sessuali. E lo stesso accadeva in un’auto abbandonata, mentre la vittima giocava con le sorelline minori. In tutti questi casi, le minacce del nonno-orco erano le stesse: «Ti taglio la testa, ti picchio», aggredendola anche fisicamente con pugni sulla pancia e sul fianco.

Le dichiarazioni della madre

A fornire ulteriore riscontro sulle violenze subite dalla piccola, ci sono anche le dichiarazioni rese dalla madre, che racconta agli agenti di «aver girato uno dei due video di cui parlava la figlia» e di aver «affrontato il suocero, che tuttavia aveva sempre negato gli abusi». Un quadro, quello emerso, univoco e privo di contraddizioni secondo il gip del Tribunale di Vibo, dal quale si evince «un perpetrarsi, costante e reiterato, di abusi sessuali» a danno della piccola ma alcuni «caratterizzati da sconcertante gravità» e inspiegabilmente «tenuti nascosti dalla compagine familiare sino alla denuncia dell’insegnante». Una tesi accusatoria confermata anche dai video allegati e, soprattutto, dalla documentazione medica acquisita, anche nel tempo «intercorrente tra la richiesta del pm e l’ordinanza emessa». A cominciare dal trasporto in Pronto soccorso, nel 2020, e dai successivi approfondimenti medici. In alcuni episodi, invece, erano presenti anche le due sorelline della vittima. Un soggetto che, secondo il gip, perseverava in «condotte costituenti violenze sessuali reiterate e gravissime, aggravate e di eccezionale allarme sociale».

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