CATANZARO Sui social la questione ha tenuto banco per qualche ora. Merito (si fa per dire) di un post pubblicato sulla pagina Fb di “Visit Veneto”, il portale che promuove il turismo nella regione governata da Luca Zaia. Claim piuttosto infelice: «No, non sei in cima all’Acropoli di Atene, e neppure a passeggio, accaldato e a rischio insolazione tra qualche rovina della Magna Grecia. Questo è il Veneto che sa sorprendere, questo è il Museo Archeologico Concordiese di Portogruaro. La sua collezione conserva materiali provenienti quasi esclusivamente dall’antica colonia romana di Iulia Concordia, rinvenuti grazie a scoperte del tutto fortuite da parte dei ‘cavatori’ di pietre della zona. Non te lo aspettavi vero?». Quel “rischio insolazione” non è piaciuto al Sud, e neppure in Calabria, una delle culle della Magna Grecia. Al punto che la pagina di “Visit Veneto” ha ritenuto opportuno cancellare il brano in neretto, limitandosi a promuovere il Museo archeologico evitando paragoni climatici. Al solito, le reazioni scandalizzate non sono mancate neppure in Calabria. Polemiche inevitabili, per quanto la frase non fosse particolarmente offensiva. Dalla Direzione regionale Musei della Calabria, invece, è arrivato un contro appello: nessuna polemica ma una risposta con stile, che ribalta le “critiche” arrivate dal Veneto. «Non siete in qualche assolato sito della Magna Grecia? E cosa aspettate a venirci?», ci si chiede sulla pagina social. E, sulla foto, un’altra domanda: «Magna Grecia… lo senti lo iodio?». Polemica chiusa, si spera.
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