CORIGLIANO ROSSANO Nuovi organigrammi, superdirigenti e supercollaboratori. Ce n’è (quasi) per tutti o certamente quelli più fidati. Al Comune di Corigliano Rossano sembrano essere iniziate le grandi manovre in vista del rush finale, gli ultimi due anni di governo cittadino. Ma tutto con estremo ritardo, tra assestamento – che pare infinito – e teorie complottiste, ovvero quell’aria di eterna cospirazione avvertita dai governanti sin dal momento in cui hanno messo piede in comune, secondo la quale tutto ciò che ha un principio prima del 10 giugno 2019 – decisioni già assunte, legge regionale di istituzione del nuovo comune e soprattutto i dipendenti storici – sarebbero da accantonare.
In questa direzione sembrano muoversi Stasi ed i suoi secondo tanti dipendenti comunali. Puntellare gli uffici chiave con donne ed uomini di (estrema) fiducia anche a costo di mantenere molte postazioni nell’eterno precariato.
Adottato nei giorni scorsi – ma mai annunciato pubblicamente – questo ulteriore atto di riorganizzazione del personale fa registrare una novità sostanziale. Il sindaco ha scelto da tempo un Pelè per guidare la programmazione comunitaria e di fondi del Pnrr. Si tratta di Giovanni Soda che, com’è noto, è stato selezionato ed inquadrato come dirigente/alta specializzazione.
Alcuni osservatori però, fanno notare la delimitazione delle competenze di Soda che risulterebbe ben più ampia, almeno a guardare il grafico e i relativi rinvii che raggrupperebbero l’intero organigramma, facendo del neo dirigente una sorta di direttore generale, o un superdirigente, da titolare dell’unità di progetto denominata “dipartimento di programmazione”.
Strategicamente, nel nuovo organigramma, si assiste al mantenimento dei settori previsti, quindi delle dirigenze che consentono di rispettare i parametri delle percentuali dei dirigenti nominati secondo l’art. 110 del Tuel, cioè di quei reclutamenti a tempo con procedure paraselettive, ma con scelta finale del sindaco.
In questo momento, infatti, esiste un solo dirigente di ruolo, Antonio Le Fosse, mentre Tina De Rosis, Francesco Castiglione, Danilo Fragale, Cristoforo Labonia (funzionario premiato in prossimità di pensionamento) e Giovanni Soda, appunto, sono esterni alla macchina comunale.
Su Fragale, una categoria D, proveniente dal comune di Feroleto Antico, sono circolate voci su un suo rientro forzato nel comune di appartenenza, smentite da Stasi, il quale ha affermato che rimarrà al suo posto.
Questa macchinosa riorganizzazione, dunque, tiene ancora fuori dalla porta un assetto dirigenziale stabile, reclutato attraverso concorsi pubblici.
Rispetto a quest’ultimo tema, l’assessore al personale, Mauro Mitidieri, ha provato a smentire ritardi e lungaggini non smentibili. Come nel caso del concorso a dirigente della polizia locale, i cui termini di presentazione delle domande sono scaduti ormai un anno fa. La selezione è ancora in alto mare (lo abbiamo raccontato qui) per via delle dimissioni presentate da un membro della commissione a causa di presunte incompatibilità con due candidati che, in punta di diritto, risultano inesistenti. All’indomani di quelle dimissioni e del rinvio a datata da destinarsi delle prove scritte del concorso, Mitidieri ha dichiarato di «essere a lavoro per sostituzione del commissione dimesso». Verrebbe da chiedersi quale sia il lavoro, considerando che è reperibile in qualunque ambito comunale – piuttosto che universitario o statale – un esterno/commissario per concludere le prove e offrire finalmente alla polizia locale, non un laureato in economia e commercio, qual è il reggente ad interim (Le Fosse) ma un esperto in grado di coordinare il delicato settore della “municipale”.
In questi giorni, ancora, molto discusse sono state le delibere adottate dalla giunta, relative quell’applicazione dei principi contenuti nella legge 190/2012, sull’anticorruzione, accarezzata da tutte le amministrazioni, ma mai presa seriamente in considerazione. Nei giorni scorsi, il segretario generale Paolo Lo Moro ha fatto approvare ed ha pubblicato il piano anticorruzione: un adempimento rutinario? Il legislatore ha canonizzato principi e vincoli relativi ai pericoli che risiedono, ad esempio, nella permanenza nella stessa funzione per lunghi periodi di funzionari e impiegati, ed alla necessità di effettuare rotazioni.
Questa rivoluzione, per ora annunciata in atti propedeutici all’amministrazione, è già circolata per alcune figure che nei giorni scorsi non hanno mostrato di gradire spostamenti, traslochi riorganizzativi e di funzione, provocando dissenso e le solite pressioni politico-sindacali.
Di sicuro il dipartimento di programmazione, rappresenta un’innovazione (positiva) per il curriculum di Soda, soprattutto in materia di programmazione e di utilizzo delle risorse.
Molti dipendenti comunali storcono, ancora, il naso – un eufemismo – per alcune posizioni fuori dai canoni, attribuiti alle unità di staff. In questa direzione circola un certo malessere per presunte ingerenze su funzioni dei dirigenti, piuttosto che dei funzionari da parte di supercollaboratori assunti nello staff del sindaco. Un costume che sarebbe avallato dal primo cittadino in prima persona, nonostante ci siano state, a quanto pare, vibrate proteste.
Insomma, l’atmosfera che si respira in comune – già viziata dalla discutibile gestione da parte degli amministratori della fusione che di per sé ha stravolto posizioni, usi e abitudini ultradecennali – non sembra essere molto salubre. E non da oggi. (l.latella@corrierecal.it)
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