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le polemiche

Il «boia chi molla» al comizio a Rieti. «Citavo i ragazzi dei moti di Reggio»

Antonio Cicchetti lancia la candidatura di Daniele Sinibaldi (FdI) alle amministrative del 12 giugno, citando il motto fascista

Pubblicato il: 08/05/2022 – 8:55
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Il «boia chi molla» al comizio a Rieti. «Citavo i ragazzi dei moti di Reggio»

RIETI «Dobbiamo andare avanti al grido di battaglia, che è sempre il solito: boia chi molla!». Il comizio a sostegno del candidato sindaco di Rieti del centrodestra, Daniele Sinibaldi di FdI, si chiude in maniera infelice e scatena l’ennesima feroce polemica sui rigurgiti fascisti della destra italiana. A pronunciare le parole è il sindaco uscente della città laziale, Antonio Cicchetti. Che non milita in Fratelli d’Italia ma in Forza Italia, dopo un passato nel Msi, in An, nel Pdl.
Mentre infuriano le polemiche sulla frase, nella serata di sabato 7 maggio interviene il capogruppo di FdI Francesco Lollobrigida, con una presa di distanza e anche una frecciata all’alleato azzurro: «Stupisce che partiti che governano a livello nazionale con FI, partito del quale Cicchetti è esponente, tentino di coinvolgere in una astrusa polemica il giovane candidato sindaco Daniele Sinibaldi di FdI». Lollobrigida ricorda che Cicchetti «non ha mai aderito al nostro partito e la sua esternazione non è rappresentativa della manifestazione di oggi, ma probabilmente frutto di reminiscenze storiche della sua gioventù che nei “Moti di Reggio Calabria” ebbe un momento di coinvolgimento emotivo». Sinibaldi invece e le sue liste «sono ben distanti da nostalgismi ed estremismi come ho io stesso avuto modo di sottolineare nel mio intervento», continua Lollobrigida. Mentre tace Giorgia Meloni, reduce dalla rivendicazione della svolta «conservatrice» del suo partito.
Cicchetti, da parte sua, prova a difendersi: «Sono nato nel 1952, non c’entro niente con il fascismo. Io citavo i ragazzi dei moti di Reggio, il mio era un invito a non mollare. Non sono nemmeno di FdI, ma di FI, e potevo ricandidarmi ma non l’ho fatto». Lo difende Maurizio Gasparri: «È stato eletto tre volte dai reatini e pur potendo vincere per sua scelta passa la mano ad altri. Il suo tasso di democrazia è testato. Non merita aggressioni ». L’azzurro Elio Vito, invece, ne chiede l’espulsione.

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