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Verso il voto

Referendum sulla Giustizia, tutte le informazioni utili sul voto

Alle urne il prossimo 12 giugno. Si vota in un’unica giornata dalle 7 alle 23. Cinque i quesiti referendari

Pubblicato il: 16/05/2022 – 15:54
Referendum sulla Giustizia, tutte le informazioni utili sul voto

Poca attenzione e ancor meno interesse per i referendum in tema di giustizia programmati per il prossimo 12 giugno. Almeno a giudicare da un sondaggio Swg. Appena un elettore su quattro è informato e le stime sull’affluenza non fanno ben sperare su buon esito della campagna referendaria: tra il 29 e 35%, secondo le stime della società di sondaggio, si recherà alle urne. Una percentuale non irrilevante, visto che per essere valida la consultazione dovrà superare la soglia del 50% più uno degli aventi diritto al voto. Secondo questa indagine, la causa del forte disinteresse espresso dagli elettori consultati sarebbe da riscontrare nella complessità della materia di cui trattano i quesiti.
Ma rivediamo di cosa si occupano i cinque referendum su cui gli italiani dovranno pronunciarsi il prossimo 12 giugno. Una consultazione che si svolgerà, in occasione delle prossime amministrative, in un’unica giornata dalle 7 alle 23 di domenica. Si tratta di referendum “abrogativi” per cui se si voterà “Sì” l’elettore opterà di abrogare lo specifico punto sul quale si pronuncerà.

I quesiti referendari

Saranno dunque cinque i quesiti referendari davanti i quali gli italiani si recheranno alle urne il prossimo 12 giugno. Sono tutti quesiti in materia di giustizia: l’abolizione delle firme per le candidature dei togati al Consiglio superiore della magistratura; la separazione delle carriere tra giudici e pm; la valutazione sulla professionalità dei magistrati da parte degli avvocati; la limitazione della carcerazione preventiva e, infine, l’incandidabilità e la decadenza degli eletti condannati (introdotta dalla legge Severino). Ed in particolare:

  • Le liste dei candidati al Csm: Questo quesito interessa le norme che regolano l’elezione della componente togata nel Consiglio superiore della magistratura. Se si abrogasse questa disposizione, non ci sarebbe più l’obbligo per un magistrato che abbia interesse ad essere eletto a trovare da 25 a 50 firme per la sua candidatura.
  • La separazione delle funzioni dei magistrati: Se vincessero i “Sì” verrebbe cancellata la possibilità per chi accede alla magistratura di non fare alcuna scelta tra giudice e pubblico ministero. In caso di affermazione del referendum il magistrato ad inizio carriera dovrà, viceversa optare tra le due funzioni.
  • La valutazione dell’attività dei magistrati da parte degli avvocati: Con questo quesito referendario, gli elettori potrebbero decidere di annullare una legge che prevede la valutazione dell’operato dei magistrati da parte solo degli stessi togati. Se vincessero i “Sì” anche gli avvocati potrebbero valutare la professionalità di pm e giudici.
  • La limitazione della carcerazione preventiva: Il quesito referendario, in questo caso, ha l’obiettivo di ridurre i casi in cui si può disporre la misura della custodia cautelare in carcere prima della sentenza definitiva. In caso di affermazione del referendum, l’imputato o l’indagato potrebbero essere ristretti in carcere, prima di essere riconosciuti colpevoli, soltanto in determinati casi: pericolo di fuga, inquinamento delle prove e rischio di commettere reati di particolare gravità, con armi o altri mezzi violenti.
  • Divieto di candidarsi e decadenza degli eletti: Il referendum chiede agli elettori di pronunciarsi sulla norma introdotta dalla legge Severino sulla decadenza degli eletti e l’incandidabilità dei condannati in via definitiva per reati gravi contro la Pubblica Amministrazione. Una norma che ha introdotto anche un sistema molto rigoroso per eletti e amministratori locali: fissando la non eleggibilità o la decadenza anche se condannati in primo grado. Con l’abrogazione della norma, decadrebbero quelle limitazioni e resterebbe in vigore solo l’interdizione dei pubblici uffici come pena accessoria a seguito di una condanna definitiva.
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