CORIGLIANO ROSSANO «Fabiana vive con noi, tutti i giorni, nelle nostre menti, nei nostri cuori ed il dolore durerà per sempre, perché aveva il diritto di vivere la sua vita come tutte le ragazze della sua età, di crescere con la sua famiglia ed i suoi affetti».
Il dolore di Mario Luzzi, padre della ragazza 16enne barbaramente uccisa a Corigliano il 24 maggio 2013 dal fidanzato 17enne, condannato a 18 anni di carcere, è inimmaginabile.
A nove anni dalla morte di Fabiana Luzzi, il giorno della commemorazione, per il padre è certamente il momento della memoria ma anche l’occasione per sferrare un duro attacco il sistema giustizia.
La cerimonia si è svolta in due momenti, un primo nel posto in cui Fabiana è stata uccisa, in una stradina di campagna in contrada Chiubbica, con la deposizione di fiori, il secondo nella villa comunale che porta il suo nome, di fronte alla stele a lei dedicata.
«Ai giovani suggerisco di fare tesoro di questa giornata commemorativa – dice Mario Luzzi – perché ci sono attimi che cambiano la vita per sempre, soprattutto alla vittima che poi non c’è più, e poi ai familiari che sono costretti a vivere un inferno quotidiano, giorno e notte, per tutto il resto della vita. A che scopo usare tanta violenza quando si può manifestare tanto amore? Quando un rapporto non funziona – sottolinea – credo sia giusto che ognuno compia le sue scelte in libertà. Non si diventa proprietari della vita altrui, addirittura annientandola».
Nove anni da quel funesto 24 maggio e tra nove anni il suo carnefice sarà libero: per Mario Luzzi non è giustizia. «Questa – evidenzia – è la cosiddetta giustizia nel nostro Paese. I veri condannati sono le vittime e non i carnefici che beneficiano di tutte le possibilità che lo Stato gli concede, di poter studiare, ottenere permessi premio, uscire, formarsi, rifarsi una vita. Sono loro a godere dei diritti». Mario Luzzi qualche anno fa aveva inviato una lettera al presidente della Repubblica proprio per denunciare i permessi premio ottenuti dall’omicida.
«Ma come può la nostra Costituzione sottrarre il diritto alla vittima e garantirlo al carnefice? – si chiede – Tutto questo è anticostituzionale perché la vittima non può avere un’altra possibilità. E soppesando le cose, la bilancia pende solo e sempre dalla parte della vittima».
Luigia Rosito, responsabile del Centro antiviolenza “Fabiana Luzzi” invita al rispetto.
«Ricordiamo Fabiana da quel tragico 24 maggio 2013. Ad oggi sono nove anni e approfittiamo di questa giornata per non dimenticare. Il 24 maggio è il giorno per ricordare Fabiana, pensare che persona sarebbe diventata ed all’aiuto che con il Centro antiviolenza “Fabiana Luzzi” forniamo alle donne che subiscono violenza, affinché non si ripeta quello che è tragicamente accaduto a Fabiana. Ci sia rispetto, la violenza di genere poggia le sue fondamenta su una carenza di tipo culturale. L’invito che rivolgiamo agli uomini è rispettare la donna, instaurare con lei rapporti di parità e uguaglianza», dice Rosito. (l.latella@corrierecal.it)
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