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Francesco Ferace, uomo di grande sapienza ed esemplari virtù

Lo conobbi nel 1989 quando aveva appena assunto il Comando della Compagnia Carabinieri di Catanzaro. Era amico del mio dominus di allora e, sin da subito, nacque fra di noi una inconsueta affabili…

Pubblicato il: 15/06/2022 – 20:56
di NUNZIO RAIMONDI
Francesco Ferace, uomo di grande sapienza ed esemplari virtù

Lo conobbi nel 1989 quando aveva appena assunto il Comando della Compagnia Carabinieri di Catanzaro. Era amico del mio dominus di allora e, sin da subito, nacque fra di noi una inconsueta affabilità. Era bello Francesco, proveniente da una aristocratica famiglia napoletana, era un vero ufficiale gentiluomo. Lo ricordo mentre in divisa era – ed appariva- inflessibile nella lotta al crimine, ma poi,quando nelle sere d’estate indossava quei suoi pantaloni bianchi e la camicia blu di lino, come si portava in quegli anni, diventava un giovane gioviale e brillante, capace di far perdere la testa alle donne che ne incrociavano lo sguardo. Aveva un fascino unico, Francesco, un’aria vissuta che gli veniva dalla sua carnagione scura e dalla sigaretta sempre accesa, come di uno che pensava molto. Ed era proprio così,perché a conoscerlo bene, ti accorgevi che Francesco Ferace aveva un mondo intero in testa… Dopo il suo trasferimento ad Ostia ci siamo visti di meno,ma non ho smesso di sentire parlare di lui: lì, da maggiore dell’Arma, si affermò con un’indagine molto importante,denominata la “mani pulite” del litorale capitolino.
Da colonnello assunse il Comando Provinciale di Cosenza, imbattendosi in una delinquenza molto agguerrita che seppe fronteggiare con vigore. Lo rividi, al comando del IV Reggimento dei Carabinieri a cavallo, suonare l’assalto in piazza di Siena,alla presenza del presidente Ciampi. Fu un incontro che ci fece ritrovare. Da allora ci vedemmo spesso a Roma dove rivestì numerosi incarichi importanti e,raccontandoci la vita, raccolsi il suo intenso dolore per la progressiva decadenza delle istituzioni,alle quali si sentiva legato da un intenso Amore. Ecco, questo voglio ricordare di Francesco Ferace,generale dell’Arma, scomparso ieri improvvisamente nella Sua Napoli,ad appena sessantadue anni: la straordinaria sensibilità di un uomo dello Stato che soffriva per le inadeguatezze delle istituzioni che era chiamato a rappresentare. Viene a mancare una persona di altissimo livello morale ed umano,un ufficiale non proporzionalmente e convenientemente gratificato dall’Arma, ma, ciò nonostante, servitore fedele ed onesto del tricolore italiano.
Sit tibi terra levis, riposa in pace amico mio.

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