CATANZARO Toni aspri, stoccate, attacchi ad alzo zero e un po’ di veleno. A “20.20”, il talk di approfondimento “20.20” andato in onda ieri sera su L’altro Corriere Tv (canale 75 del digitale terrestre) è andato in scena un durissimo confronto tra i due candidati sindaco che si sfideranno al ballottaggio a Catanzaro, vale a dire un lato Valerio Donato, candidato sindaco civico sostenuto al primo turno da 10 liste rappresentative di forze di centro, centrosinistra e centrodestra, e Nicola Fiorita, candidato sindaco del centrosinistra sostenuto da cinque liste tra cui Pd e M5S; al primo turno Donato ha raggiunto il 44,01% mentre la sua coalizione ha superato il 50% (attestandosi al 53,81%), mentre Fiorita ha raggiunto il 31,7%, ma la sua coalizione si è fermata al 25,85%. Il primo turno insomma ha evidenziato un forte voto disgiunto e ha configurato anche il rischio dell’”anatra zoppa”, cioè un sindaco di minoranza se al ballottaggio dovesse vincere Fiorita: sono stati questi i temi di “20.20” su cui Donato e Fiorita si sono confrontati aspramente. Stimolati dalle domande di Danilo Monteleone, Donato e Fiorita hanno dato vita a un “duello” senza esclusione di colpi (anche bassi): Donato ha accusato Fiorita di aver contattato alcuni consiglieri comunali candidati nelle sue liste, mostrando un documento con le firme dei consiglieri, e sostenendo che «tutta la retorica della novità e del cambiamento di Fiorita è dubitabile», mentre Fiorita ha replicato rilanciando la critica al suo competitor di avere messo un campo «una proposta politica conservatrice espressione della stragrande maggioranza degli uscenti» e affermando che «Donato è già stato sfiduciato dai suoi elettori al primo turno». Donato ha poi riferito che «il buon Sergio Abramo, per poter condurre le elezioni nuove del Consiglio comunale unitamente alle prossime Politiche, tra circa un anno, sta dando indicazioni di votare Fiorita», tesi che Fiorita invece ha smentito decisamente osservando che «Donato in realtà ha condotto tutta la campagna elettorale giocando sul pettegolezzo, l’illazione, la falsità, e in questo caso anche sull’elucubrazione mentale su cose che non esistono. Cosa faccia Sergio Abramo non lo so. Si è lasciato andare a illazioni molto avventate su accordo che avrei già fatto con Tallini. Noi non facciamo accordi sottobanco».
Sul tavolo del cenfronto le possibili alleanze al ballottaggio. Donato osserva: «Allo stato è un po’ prematuro prevederlo, mi sembra un po’ complicato che si raggiungano accordi formali per coalizioni più ampie. Questo non significa che non ci possano essere dei sostegni ulteriori alla mia proposta, e così probabilmente sarà». Fiorita invece esclude apparentamenti: «Noi ci rivolgiamo ai cittadini, abbiamo fatto un’alleanza con Catanzaro 5 anni fa, l’abbiamo rinnovata adesso. Ci rivolgiamo a chi ha votato Campo, Di Lieto, Talerico, Ferro e Donato, sicuri che potrà crescere il nostro consenso, ma non abbiamo intavolato nessuna discussione, sicuramente non ci saranno apparentamenti». Donato si dice «soddisfatto del primo turno, perché la mia è una proposta particolare, che fuoriesce dagli schemi tradizionali, una proposta sorta da una lista civica e sottoposta a cittadini e a tutti gruppi di ogni schieramento, avendo di mira solo l’interesse della città. La proposta ha avuto l’adesione di tante liste, di orientamento differente, e questo ha raggiunto un consenso molto ampio, di 20mila voti. Com’era prevedibile e come avevo anche io previsto, con un voto non coincidente con quello delle liste, perché quando ci sono gruppi differenti in un’aggregazione è fisiologico. Ma dai dati in mio possesso ho notato anche flussi in entrata che denotano adesione alla mia proposta». Fiorita a sua volta si dice «estremamente soddisfatto, l’obiettivo era arrivare al ballottaggio e forti di un consenso, il 30%, che ci consente di guardare con ottimismo al secondo turno, con una proposta chiara e lineare. Abbiamo riacceso una speranza di cambiamento per Catanzaro. Ci siamo scontrati con un blocco di potere che ha governato per 20-25 anni e che si è raggrumato intorno a Donato, che era convinto di chiudere la partita al primo turno. Noi eravamo convinti che Catanzaro voleva finirla con questo sistema che ne ha causato il declino, sapevamo che sarebbe stato difficile, che ci scontravamo con una corazzata con il doppio delle liste e dei candidati rispetto a noi, ma invece siamo andati al secondo tempo».
Un dato politico significativo emerso dal primo turno è stato il massiccio “disgiunto”, che ha colpito Donato e avvantaggiato Fiorita. «Quando si determinano flussi di questo genere – sostiene Donato – le ragioni non sono mai univoche ma ce ne sono diverse. Penso, o almeno mi auguro che non ci sia una posizione contraria di gruppi o di liste perché altrimenti non sarebbe comprensibile la ragione per cui avrebbero aderito alla mia proposta, sono stati liberi e nessuno li ha costretti a sostenerla e io credo nel valore della lealtà e della correttezza e immagino così sia stato. Davanti a una proposta così anomala avevo previsto un fenomeno del genere, ma era in conto e l’ho interpretato nel senso di un’anomalia rispetto alla tradizione della proposta che ora forse richiederà un maggiore impegno nello spiegarla ai cittadini». Per Fiorita «è motivo di soddisfazione il fatto che c’è un consenso forte sulla mia persona. Il dato politico reale è che abbiamo un candidato, il mio avversario, già sfiduciato dal suo elettorato, il 9% di chi ha votato le sue liste ha detto no alla sua candidatura, quindi è un candidato fortemente indebolito, ed evidentemente non piace a chi vota per le sue liste. C’è il dato oggettivo della fortissima discrepanza tra il voto alle liste e il voto a Donato. Quanto alla mia coalizione, il voto forte sulle liste civiche dimostra che la dimensione civica e indipendente della mia candidatura è preminente, pur dentro un perimetro politico di cui sono comunque orgoglioso. Ma in generale nella coalizione c’è stata grande coesione tra tutti i miei candidati e le mie liste che lavorano per un risultato comune, cambiare la storia di questa città. Io credo che il Pd abbia iniziato un percorso di ricostruzione negli ultimi mesi e ha raggiunto un risultato dignitoso, e con il M5S ha contribuito in modo serio al mio risultato». Gli animi animi si surriscaldano. Per Donato «l’analisi di Fiorita è ingenerosa. Le dinamiche sono tante. A esempio è da registrare che alcuni candidati della coalizione di Talerico proponevano il voto disgiunto su Fiorita secondo una logica di sistema comune a tutti e due, proprio per rafforzare un candidato che tra i due appariva più forte. Potrebbe essere facile per Fiorita dire che sono sfiduciato, ma sfido chiunque, con un numero di liste così elevato e con competitor che provengono da aree differenti, a trattenere il voto sul sindaco. Mi hanno dato la fiducia 20mila che sono non minoranza ma maggioranza e che rappresentano uno zoccolo duro di partenza per il ballottaggio. Dire, come fa intendere Fiorita, che questi 20mila voti siano trascinati da capi corrente mentre i suoi non lo sono mi sembra un atteggiamento moralistico. Il dato politico è che il campo largo Pd-M5S ha rappresentato un flop enorme».
Il dibattito si accende ancora di più. Secondo Fiorita «chi vincerà si troverà un Consiglio comunale praticamente identico, e chi vincerà avrà comunque la difficoltà di governare perché si troverà un Consiglio comunale frammentato, con tanti uscenti comunque rappresentativi di loro stessi e con maggioranze risicate, e nel mio caso con una minoranza di partenza, ma questo è l’esito finale del processo che ha voluto costruire Donato, e sarà difficile governare per lui come per me. Certamente è un problema un’anatra zoppa ma è un problema anche un sindaco zoppo, già sfiduciato dal suo elettorato, con una maggioranza così frammentata. Noi su questo siamo molto chiari: se vinceremo, andremo in Consiglio comunale con la nostra Giunta e con le nostre proposte e non avremo paura di trovare consenso o dissenso, perché siamo lì per cambiare la storia della città, lo possiamo fare con chi lo vorrà fare». Donato replica duramente: «Sin dall’inizio della competizione elettorale ho con me un documento – che per correttezza non ho voluto pubblicare – di tutti i consiglieri comunali oggi eletti che sono stati contattati da Fiorita, i quali dichiarano “abbiamo ricevuto la proposta di Fiorita e abbiamo ritenuto di non poterla condividere”. Dunque tutta questa retorica della novità e del cambiamento di Fiorita sconta con questo documento la sua coerenza che non c’è. Questa trasparente via del cambiamento mi sembra molto dubitabile. Due: il Consiglio comunale è stato rinnovato per 4/5, cioè ci sono 8 consiglieri che provengono dalla mia coalizione di maggioranza su 32, gli altri sono tutti di minoranza, inclusi quelli eletti nella coalizione di Fiorita. Io non ho scelto nulla, hanno scelto gli elettori. Anatra zoppa? Se Fiorita dovesse mai vincere, cosa che non accadrà, si troverà davanti a un Consiglio comunale formato da una maggioranza della mia coalizione che si è ritrovata e ha sottoscritto un programma politico unificante e per nulla disarticolato. Tanto è vero che le persone vicine a Fiorita sono molto consapevoli e stanno andando alla ricerca di quali tra i consiglieri comunali eletti potrebbero saltare dall’altra parte, saltare la staccionata, e assicurare in qualche misura una maggioranza, che non ha, a Fiorita. Infine, mi giunge voce – guardate un po’ quali inciuci ci sono dietro, consapevolmente o inconsapevolmente – che il buon Sergio Abramo, per poter condurre le elezioni nuove del Consiglio comunale unitamente alle prossime Politiche, sta dando indicazioni di votare Fiorita, anche con l’inconsapevolezza di Fiorita, consapevole che Fiorita non sarà in grado di governare, salterà la consiliatura e dunque far appaiare di nuovo in un election day Comunali e Politiche. Intendiamoci, sono voci di corridoio per le quali non ho nessuna prova, ma è giusto che i cittadini catanzaresi sappiano che si rischia di andare incontro a un Consiglio comunale ingessato in un momento particolare in cui è necessari omettere a terra progetti, programmazioni molto ampie come il Psc e il bilancio. Sono temi che necessitano di una maggioranza che condivida un programma e un progetto e in quei termini una condivisione in quel Consiglio comunale non sarà possibile».
Fiorita controreplica attaccando: «Quando si è candidato Donato ho pensato che comunque la sua presenza nello scenario politico avrebbe elevato il dibattito. La delusione è totale perché Donato in realtà ha condotto tutta la campagna elettorale giocando sul pettegolezzo, l’illazione, la falsità, e in questo caso anche sull’elucubrazione mentale su cose che non esistono. Cosa faccia Sergio Abramo non lo so, gli inciuci non ci appartengono. Si è lasciato andare a illazioni molto avventate su accordo che avrei già fatto con Tallini. Noi non facciamo accordi sottobanco. C’è una differenza abissale fra il dialogo e le scelte: la democrazia è discussione, è dialogo, con molti dei consiglieri comunali eletti nelle liste di Donato io ho rapporti di amicizia, qualcuno mi ha chiamato per gli auguri, a qualcuno ho scritto io ma questo non c’entra niente. Uno fa delle scelte, noi abbiamo scelto di andare su un progetto di rinnovamento su cui andiamo avanti. Donato ha fatto un altro progetto, che è quello di tenere insieme una coalizione molto eterogenea fatta da moltissimi consiglieri comunali e assessori uscenti, ma perché se ne vergogna?». Donato: «Non me ne vergogno affatto, sei tu che ti vergogni di dire che li hai contattati e non lo dici». Fiorita: «Io parlo e mi confronto politicamente con tutti, e lo faccio ancora oggi. Di Abramo non so niente, mi vuole dare lui qualche informazione? Evidentemente a Donato piacciono le stanze segrete, i pettegolezzi, gli accordi sottobanco che non a me non piacciono. Io non farò accordi con Tallini, e non saprei nemmeno se li vuole fare lui. Stiamo ragionando del nulla. La politica non è pettegolezzo». Donato: «Io non ho mai detto che Fiorita era la conservazione o il cambiamento, non ho mai attaccato nessuno, mi sto semplicemente difendendo da una censura che è iniziata da subito e proprio da Fiorita dicendo che ero espressione di una proposta conservatrice perché sono portatore di quelle candidature, ma è ovvio che se fai un’accusa di questo genere devi aspettarti la reazione. Devo porgere l’altra guancia? Ho potuto dimostrare che Fiorita è andato girando per avere contatti. E mentre la discussione politica con questi candidati potrebbe persino essere giustificata non capisco quale ragione poteva esserci di discussione con Filippo Mancuso a cui ha chiesto la stessa cosa. Allora non è il dialogo, ma è la richiesta: se all’interno del dialogo c’è la richiesta è cosa differente dalla valutazione politica».
Fiorita a questo punto osserva: «Dire che una persona è espressione di una proposta politica conservatrice perché ripropone la stragrande maggioranza degli uscenti non è un attacco, è una constatazione, io faccio un percorso lineare da cinque anni e ne dovresti essere consapevole». Donato di rimando: «Opposizione? Hai votato una delibera di Consiglio comunale (sull’efficientamento energetico di immobili comunali) in cui il Comune perdeva 600mila euro all’anno, e l’hai votata senza che fosse prevista in bilancio la spesa, questo è il tuo percorso di opposizione». Quindi Fiorita: «Potevi dirmelo quando sono venuto nel tuo studio. Ancora Donato: «Non me l’hai sottoposta altrimenti ti avrei detto che era una sciocchezza, sono un tecnico e queste sciocchezze non le faccio mai». Fiorita: «Capisco che senti l’odore della sconfitta». Donato: «Sento le glorie della vittoria, te ne accorgerai». Fiorita: «Vedrò la delibera, non so a che si riferisce. Donato: «Te ne darò copia».
Un tema di discussione è un commento sull’atteggiamento del presidente della Regione Occhiuto, rimasto completamente fuori dalla campagna elettorale, e di centri di potere vari. Fiorita specifica: «Ho fatto campagna elettorale tra la gente, non mi sono preoccupato di altri centri di potere. È chiaro che chi riveste il ruolo di sindaco deve avere ottimi rapporti istituzionali». Donato riferisce: «Sono stato redarguito da tanti per non aver chiamato nessuno, né gruppi politici né gruppi imprenditoriali, ma mi sono rifiutato perché la mia proposta parte dal basso e questo la rende autorevole, altrimenti diventi suddito. Come sa Fiorita, mi è stato offerto di essere investito ma ho rifiutato, lui ha fatto diversamente chiudendosi in una stanza con tre persone, l’ho raccontato in un’assemblea del Pd e nessuno mi ha smentito. Ho apprezzato la neutralità di Occhiuto, un governatore potrebbe fortemente condizionare e in passato è avvenuto, a me ha detto di volersi tenere fuori da tutte le competizioni elettorali e chiedere a tutti leale collaborazione, mi sembra un nuovo modo di vedere la politica rispetto al passato». Ultima domanda del giornalista Monteleone: “Quale qualità apprezzate nel vostro avversario se dovesse diventare sindaco?” Anche qui saranno scintille. Fiorita: «Ho visto la autorevolezza però disintegrarsi in campagna elettorale, certo Donato è persona onesta e di grandissima intelligenza e queste doti sono una garanzia per la città ma avrebbe difficoltà a governare, visto che è stato indebolito dal voto del primo turno». Donato: «La mia autorevolezza deriva dalla forza di una proposta che ha avuto consenso dagli elettori. Fiorita è persona di grande intelligenza però compromessa dalla eccessiva voglia di fare il sindaco». Fiorita: «Dalla voglia di cambiare la storia della città». (redazione@corrierecal.it)
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