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Gratteri: «La ‘ndrangheta nella Sibaritide c’è. E ce ne occuperemo»

Così il procuratore di Catanzaro a Castrovillari. «Non sarei così pessimista. In quest’area non siamo davanti a un fenomeno irrisolvibile»

Pubblicato il: 29/06/2022 – 12:04
Gratteri: «La ‘ndrangheta nella Sibaritide c’è. E ce ne occuperemo»

LAMEZIA TERME «Col nostro lavoro ci interesseremo anche di questi territori, quindi non vi sentiate assolutamente abbandonati. Una recrudescenza del fenomeno mafioso nella Sibaritide? Non è così. Il fenomeno mafioso c’era, c’è e con queste regole ci sarà». Lo ha detto Nicola Gratteri, partecipando domenica scorsa al premio internazionale Città di Castrovillari, come riferisce il Quotidiano del Sud. Nei giorni scorsi, il Corriere della Calabria, in un’editoriale del direttore Paola Militano, aveva sollevato il problema della presenza criminale nella Sibaritide.
«C’è un aumento di azioni violente che fanno ricordare che c’è la criminalità. Ma la criminalità c’era anche prima che ci fossero omicidi o danneggiamenti – prosegue il procuratore di Catanzaro –. Però questo non vuol dire che la situazione sia fuori controllo o che ci sia da disperarsi. In genere, dal punto di vista investigativo quando ci sono delle azioni criminose o violente è più facile, o meno difficile, capire e trovare il filo d’Arianna. Perché quando le acque sono stagnanti, cioè quando le mafie vendono cocaina e acquistano immobili, voi siete convinti che è tutto apposto, che sul territorio non ci sono problemi e che si vive bene. Nella realtà è esattamente il contrario. Quindi non sarei così pessimista o preoccupato. Ci sono i fenomeni, come ci sono in tantissime aree e parti d’Italia ma non c’è un qualcosa di irrisolvibile nella Sibaritide».

«Se indaghiamo sui professionisti e la massoneria deviata non siamo più bravi»

Nicola Gratteri ha accennato anche alla riforma Cartabia sulla giustizia. «Noi viviamo in un momento, dal mio punto di vista, buio. Questo Governo di larghe intese – prosegue il procuratore – sta facendo delle modifiche normative che non servono assolutamente a risolvere il problema della giustizia. Queste riforme, che a me paiono tanto una “resa dei conti” tra la politica e la magistratura, purtroppo non contrastano le mafie. Davanti a un apparente garantismo, in realtà si chiede di creare un sistema di impunità nei confronti della cosiddetta “zona grigia”, nei confronti di chi sta un gradino sopra i soliti noti. Nel momento in cui nel corso di intercettazioni nei confronti dei soliti noti sentiamo commettere reati, entriamo nel mondo dei professionisti, entriamo nel mondo della classe dirigente, entriamo nel mondo della massoneria deviata, allora poi lì non siamo più bravi, non siamo più buoni, stiamo esagerando, stiamo oltrepassando quelli che sono i nostri compiti e le nostre funzioni. Quindi dobbiamo stringere i denti andare avanti – conclude Gratteri sul Quotidiano del Sud – non mollare. Perché ci sarà un’altra stagione». 

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