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L’inno di Richard Gere alla bellezza della Calabria: «Mantenete il segreto di questo incanto» – VIDEO

La star di Hollywood: «È la prima volta che vengo in Calabria, l’Italia è la mia seconda casa. I film e il cinema troveranno la loro casa in posti come il Magna Graecia Film Festival»

Pubblicato il: 05/08/2022 – 14:32
L’inno di Richard Gere alla bellezza della Calabria: «Mantenete il segreto di questo incanto» – VIDEO

CATANZARO È un inno alla bellezza della Calabria il messaggio lanciato da Richard Gere nel corso della conferenza stampa tenutasi a Catanzaro. La star di Hollywood sarà ospite questa sera del Magna Graecia Film Festival, ma prima ha incontrato la stampa. Al suo fianco il direttore artistico del festival, Gianvito Casadonte, la vicepresidente della Regione, Giusy Princi e l’assessore al Turismo, Fausto Orsomarso. Il governatore, Roberto Occhiuto, ha inviato all’attore un video messaggio di benvenuto.

«È la prima volta che vengo in Calabria. Considero l’Italia la mia seconda casa. Sono felice di essere qui nel sud Italia – è la nota di benvenuto di Richard Gere – in particolare in questa regione. Vedere dall’aereo queste meravigliose coste e le colline è uno spettacolo eccezionale, ma mantenete un po’ il segreto su questo incanto affinché possa restare così bella ancora un po’ più a lungo».
«Quello che ci porta a stare insieme qui adesso sono i film, il cinema. Non so se a causa della pandemia ci sarà un cambio radicale, ma credo che i film e il cinema troveranno la loro casa in posti come questi festival concentrati sulla comunità, sulla condivisione, anche delle istituzioni e degli imprenditori».

«Vedo qui persone felici e questo rende felice anche me»

Per Richard Gere l’abbraccio caloroso che riceve alla Cittadella è chiaramente un riprendere gusto con la bellezza dei rapporti umani. «Vedo persone sorridenti e felici e questo rende felice anche me», aggiunge nella conferenza stampa alla Cittadella l’attore americano, che poi si definisce «un dinosauro, e sono anche felice di esserlo».
«Mi chiedo: quando è stata l’ultima volta che sono andato al cinema? Tantissimo tempo fa. Sicuramente – sostiene Gere – la pandemia ha modificato radicalmente la fruizione dei film e del cinema ma anche prima con avvento di tuti questi dispositivi è cambiato il modo di godere dei film e molto spesso non si va più nelle sale cinematografiche a vederlo. Questo ha portato a un cambiamento, ma d’altra parte consente però ai piccoli film e ai film indipendenti, che altrimenti avrebbero grandissime difficoltà parte a essere visti, di poter essere visti su larga scala e da un pubblico più ampio».
«Quello che manca però – prosegue Gere – è certamente il senso di comunità, il fatto di vedere un film insieme ad altri come gruppo, che è poi quello che ha dato origine agli albori. Questo è un qualcosa che adesso manca».
La conferenza stampa ha tempi e ritmi contingentati, ma Gere comunque si sofferma anche su altri aspetti della sua personalità, molto impegnata nel sociale, e anche sulla sua fede buddista. «Ci sono 8 miliardi di persone sulla terra, credo che ci dovrebbero essere 8 miliardi di religioni, non mi aspetto che nessuno diventi buddista, quello che desidero e che mi aspetto è che ciascuno sia felice e possa raggiungere la felicità a proprio modo, seguendo la propria strada».
«C’è una preghiera – rimarca l’attore americano – che mi ripeto spesso: creare una connessione e un collegamento con tutte le religioni perché tutti quanti noi abbiamo vissuto vite infinite, abbiamo vissuto e seguito varie religioni. E questo andare verso la liberazione, andare verso l’amore, andare verso la connessione, il collegamento con l’universo è fondamentale. È fondamentale questo senso di appartenenza e questo senso di responsabilità. Quello che conta è la motivazione, non il percorso che si segue».
Un flash anche su uno dei suoi film di maggiore successo, “Pretty Woman”, di cui esclude un remake o un sequel: «Di quanto tempo fa è? Circa 32 anni fa… Sono passati tanti anni e fondamentalmente nessuno di noi era così ansioso e desideroso di realizzare un sequel o un remake o qualcosa del genere. Ogni tanto Garry Marshall, regista e sceneggiatore, veniva da me e Julia a dire “vediamo un po”, che ne pensate se a un certo punto il personaggio maschile decidesse di candidarsi a una carica politica ma nel frattempo ci siamo sposati’ e cose del genere’, però poi diciamo che la storia o comunque la sceneggiatura non è mai oltre questo punto. Quindi la risposta breve è: no».
«Il film ebbe successo – precisa Gere – ma non pensavamo che sarebbe diventato quello che poi è diventato, pensavamo che fosse un piccolo film e non un film che creasse una forma di identificazione da parte di tutti coloro che lo vedevano. È stato un qualcosa di magico, ma è come innamorarsi: non è che uno decide di innamorarsi, succede. È un po’ quello che succede anche nel cinema. Pertanto – spiega la star del cinema americano – non ci sono mai state fondamentalmente idee di un remake o di un sequel, capisco che c’è da un certo punto di vista l’impulso a livello di business di realizzare qualcosa che è stato un successo ma artisticamente non aveva senso».

«Un futuro da regista? Ora la priorità sono i miei figli»

Infine, il suo futuro, che non sarà dietro la macchina da presa: «Da un certo punto di vista so di essere un rompiballe con i registi perché so troppe cose. Sono sempre stato molto, molto fortunato perché ho sempre lavorato in grande collaborazione con i registi».
«Tutto quello che ho realizzato – conclude Richard Gere – sono state delle collaborazioni anche perché poi il regista non è figura che sta al di sopra di tutti e detta ed è intoccabile. È sempre stato un lavoro di collaborazione e tutte le esperienze finiscono per mescolarsi, non ho sentito questa esigenza Questo non significa che non capiterà mai, ma sono soddisfatto e contento di quello che ho fatto finora. A parte qualche film che non avrei voluto fare perché non c’è stato il giusto rapporto con registi, nella stragrande maggioranza dei casi invece sono soddisfatto di come ho lavorato e di quello che ho fatto. Peraltro, avendo quattro figli, ho deciso di dedicare molto tempo e molte energie a loro. Impegnarmi in un progetto come la regia – che assorbe tantissimo tempo e tantissima energia e magari ti allontana un anno e mezzo da loro – è una scelta che per il momento non ho fatto e non faccio perché preferisco occuparmi di loro».

L’incontro tra Peppe Spadafora e Richard Gere


Richard Gere è stato premiato con le creazioni firmate da “Spadafora Gioielli”, doni commissionati dalla Regione e dal governatore Roberto Occhiuto per per omaggiare l’attore americano. Ed è stato lo stesso Peppe Spadafora lo ha incontrato per consegnargli i doni.

«Stavo raccontando la storia a un mio amico italiano, sono cresciuto in una cittadina molto, molto piccola nello stato di New York vicino a Syracuse, New York, ma una piccola città, Siracusa! Ed eravamo tutti di origine anglosassone, ma c’erano un paio di famiglie italiane in città, e siamo sempre rimasti stupiti. Sapevano come vestirsi e sapevano come mangiare, avevano ottimo cibo, queste due famiglie» – racconta Richard Gere a margine della conferenza stampa. «Così ho pensato, wow! Se solo potessi diventare italiano, il mondo intero si aprirebbe per me! Quindi lo trovo divertente che qui vengo molto spesso e mi sento estremamente a mio agio. Lo spirito italiano è qualcosa che mi piace molto, sono tutti un po’ pazzi. Tutti sono un po’ troppo emotivi».
«Oggi eravamo in macchina – racconta ancora Richard Gere – e il mio amico qui, Casadonte, mi ha spiegato la storia di come ha iniziato il festival e ha iniziato a piangere come un bambino. È stato così dolce! Quindi questo è qualcosa che ammiro davvero, il tipo di coraggio emotivo degli italiani». (a.c)

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