Le banche “messe in crisi” dal clima. Due zone ad alto rischio in Calabria
Lo dice uno studio di Bankitalia. Gli eventi naturali avversi si traducono in potenziali perdite. «Scarsissima adattabilità» a Cosenza e Reggio

ROMA L’allarme arriva da Bankitalia. Il clima tropicale colpisce anche le banche, e i rischi connessi ai nubifragi, alle bombe d’acqua ed alle temperature roventi si traduce in potenziali perdite. Lo studio redatto da Bankitalia cristallizza dati e numeri che mostrano come gli effetti devastanti degli avversi eventi climatici siano direttamente causa di sconquassi sulle attività delle banche. Tradotto in soldoni: gli istituti di credito concedono prestiti rischiosi ad aziende in potenziali aree vulnerabili.
I rischi
Secondo il report redatto da Bankitalia, buona parte dei finanziamenti è coperta da garanzie fisiche, come gli edifici, presenti in alcune zone considerate a rischio. Una condizione che aumenta vertiginosamente il rischio default. Come analizzato dal Giornale, «nelle aree dove i danni del clima hanno un «elevato impatto, l’83% dei prestiti è sostenuto da garanzie che si trovano nella stessa zona, e quindi sottostanno allo stesso identico rischio». Le zone vulnerabili d’Italia sono state individuate e classificate seguendo i dettami del Piano nazionale per l’adattamento al cambiamento climatico, «che non tiene solo conto del rischio idrogeologico ma anche della capacità di adattamento di province e comuni». Tra le zone con rischio alto e scarsissima adattabilità troviamo le calabresi Cosenza, Reggio Calabria. Un minore rischio di danni climatici, invece, si registra a Catanzaro.