ROMA Le parlamentarie si sono concluse, le liste con i candidati alla Camera e al Senato sono state depositate e per il Movimento 5 Stelle, così come per gli altri partiti, la campagna elettorale è ufficialmente iniziata. Ma in molti territori si respira ancora un clima da resa dei conti, a causa delle scelte dei vertici in fatto di candidature. Ad esempio in Calabria, apprende l’Adnkronos, sta creando non pochi malumori tra gli attivisti la decisione del M5S puntare, per l’uninominale Calabria – 01, sull’ex esponente del Pd Maria Saladino, la quale ha comunicato via social il suo addio ai dem il 15 agosto, appena un giorno prima delle parlamentarie.
La sua candidatura, raccontano, sarebbe stata sponsorizzata dal deputato e coordinatore regionale Carmelo Misiti ma avversata da altri esponenti del M5S calabrese, come l’europarlamentare Laura Ferrara. Che oggi, di fronte allo scenario – concreto – di un forte disimpegno degli attivisti in campagna elettorale, non nasconde all’Adnkronos le sue perplessità: «Con estrema franchezza, dico che si doveva premiare di più la volontà degli iscritti. Se si fanno le parlamentarie, si fanno anche per capire da chi gli iscritti vogliono essere rappresentati in Parlamento. Giuseppe Auddino ed Elisabetta Barbuto – osserva l’europarlamentare M5S calabrese – erano i più votati, sono parlamentari uscenti che hanno svolto un ottimo lavoro, evidentemente riconosciuto anche dagli iscritti: spiace che non venga data a Barbuto la chance di correre nell’uninominale».
Molti non perdonano a Saladino i suoi recentissimi trascorsi nel Pd: «Il nostro regolamento vietava la candidatura nel M5S di chi aveva corso contro il Movimento alle precedenti elezioni, questa regola è venuta meno con le nuove norme e quindi Saladino legittimamente ha potuto partecipare alle parlamentarie. Ma basta guardare i voti presi da lei, meno di duecento: molti meno di quanti ne abbiano ottenuti Auddino e Barbuto…», prosegue Ferrara, che poi aggiunge: «Il fatto che Saladino fosse iscritta al Pd fino a pochissimo tempo fa sicuramente non le garantisce un riconoscimento nel M5S come persona che ha lavorato per il nostro programma e i nostri obiettivi. Ben venga che ora abbia cambiato idea, ma darle addirittura un ruolo di primo piano con candidatura nell’uninominale… beh, questo si sarebbe potuto evitare».
Tanti attivisti (e non solo) hanno giudicato controversa anche la scelta di ricandidare il deputato uscente Riccardo Tucci, imputato per frode fiscale: «Su Tucci la valutazione è stata fatta da Conte, che evidentemente non ha giudicato il suo procedimento penale lesivo dell’immagine del Movimento. Certamente – rimarca Ferrara – noi non possiamo sostituirci alla magistratura: non è una valutazione di merito giuridico; invece per quanto riguarda l’opportunità politica… la valutazione è stata fatta dal presidente».
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