CATANZARO «La Calabria merita di essere rappresentata nel Parlamento italiano con competenza, professionalità e con l’orgoglio di appartenere a una regione dalla civiltà millenaria». Francesco Pitaro annuncia la sua candidatura nelle fila del Pd per il collegio senatoriale Catanzaro-Vibo Valentia-Reggio Calabria, rivolgendosi soprattutto «alla percentuale altissima di persone orientate a non votare, perché disgustate dai giochi verticistici della politica. A loro chiedo di fare attenzione al difficile momento che attraversiamo e di scegliere di stare dalla parte delle idee riformiste e progressiste, le uniche che assicurano un forte aggancio europeista e atlantico dell’Italia».
«Molti dei nostri problemi altro non sono che i problemi del Paese – commenta Pitaro – qui più acuti per via dei minori investimenti pubblici effettuati dallo Stato nei decenni e per avere avuto classi politiche preoccupate esclusivamente della loro autoconservazione. Guerra, inflazione e crisi energetica si sommano alle storiche questioni del ritardo di sviluppo e dell’allarmante disoccupazione che affliggono la nostra regione e rischiano, se non tenute a bada, di incidere sulla stessa tenuta democratica». Per Francesco Pitaro fondamentale nella nuova legislatura «sarà l’impegno che verrà dispiegato per proseguire l’azione di Draghi sul dossier Pnrr. Credo che l’idea di proporre rinegoziazioni del Piano che mobilita 40 miliardi di euro l’anno, in una congiuntura internazionale così complessa, sia stata stoppata. Bisogna attuarlo il Pnrr, non ripensarlo! Dal Pnrr il Paese e il Mezzogiorno si attendono risorse per sostenere le missioni europee (in primis la transizione ecologica) che includono l’abbattimento dei divari territoriali Nord-Sud, diventati intollerabili per i cittadini del Mezzogiorno e diseconomici per tutto il Paese. È decisivo realizzare le strategie del Next Ue Generation, occupandoci subito del vero nodo della questione: superare le difficoltà della pubblica amministrazione e soprattutto dei Comuni, specie i più piccoli, per fare in modo che i progetti siano definiti e la spesa utilizzata e rendicontata come giustamente esige l’Europa. Specie al Sud, occorrerà essere vigili su questi aspetti, perché ci sono aree del Paese che, sul presupposto che le risorse debbano andare a chi sa spenderle, stanno ipotizzando di potersi accaparrare risorse destinate al Sud nell’eventualità che il Sud non le utilizzasse. Se così fosse – conclude Pitaro – sarebbe un delitto politico a sangue freddo ai danni del Mezzogiorno. Non possiamo permetterlo!».
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