APRIGLIANO Torna lo spettro della spending review, anche gli Enti comunali calabresi ricorrono ad una politica di austerity per fronteggiare l’aumento dei prezzi e il caro bollette. Le amministrazioni si riorganizzano, lavorano ad un piano per la riduzione dei consumi per continuare a garantire tutti i servizi essenziali ai cittadini senza costringere gli utenti a metter mano al portafoglio.
«E’ raddoppiata la bolletta dell’energia elettrica in soli 7 mesi e accade in tutti i comuni come confermano i colleghi sindaci con cui discuto dei medesimi problemi. Questa è una cosa drammatica perché facciamo tanti sacrifici per attenuare possibili aumenti». A sostenerlo al Corriere della Calabria, Alessandro Porco sindaco di Aprigliano, in provincia di Cosenza. «Siamo riusciti a non aumentare il costo dei servizi comunali, mantenendo inalterata la spesa per la raccolta della spazzatura, senza chiedere ulteriori sacrifici ai cittadini. Però adesso è arrivata questa ulteriore mazzata e dovremmo essere bravi a fronteggiare anche questa emergenza», continua Porco che pensa alle contromisure: «Manderemo i vigili, nei prossimi giorni, a monitorare le strutture comunali, quelle date in concessione alle associazioni, e stiamo valutando anche di diminuire l’intensità in alcuni punti luce». «Abbiamo un territorio molto esteso – aggiunge – circa 122 chilometri quadrati di territorio e questo fa capire quanto possa essere importante il dispendio di energia».
Non solo manovre “lacrime e sangue”, ma anche la speranza di poter sfruttare i danari in arrivo con il Pnrr. Aprigliano, così come tanti piccoli comuni calabresi, guarda con fiducia ai progetti da avviare e concretizzare nei prossimi mesi. «Tanti fondi e tante opportunità – dice Porco – anche se la caduta del governo ha un po’ frenato questo processo. Per il Sud, il Pnrr rappresenta ossigeno puro». Fondi preziosi ma la spesa deve essere necessariamente supportata da progetti validi. «Dobbiamo essere bravi a spendere i danari, sono stati pubblicati già negli scorsi mesi alcuni bandi ai quali abbiamo partecipato. Ad esempio abbiamo immaginato un anfiteatro e il miglioramento dei collegamenti con la città attraverso la strada via fiume che in soli quattro minuti ci porterebbe a Cosenza. Ed ancora un progetto per valorizzare il lago». «Noi – continua il sindaco – abbiamo la fortuna di avere l’altopiano Silano, anche questa rappresenta un’opportunità». «Siamo al giro di boa – chiosa Porco – abbiamo seminato tanto nel corso di questi tre anni di mandato ed ora inizia la raccolta».
Alessandro Porco è il sindaco più giovane di Italia. Un primato che rende orgoglioso il primo cittadino apriglianese che mastica politica già da anni. E’ consigliere provinciale di Cosenza e nel partito nel quale ha militato, Italia Viva, ha sempre goduto della massima stima dei vertici nazionali, soprattutto quella del segretario Matteo Renzi. Porco, tuttavia, si mostra preoccupato in vista delle prossime elezioni politiche del 25 settembre. I timori non sono legati al risultato elettorale, ma alla folta platea di astensionisti. «I partiti e la legge elettorale non hanno favorito una riduzione di questa platea. Le spiego meglio. La riduzione dei parlamentari riempirà il nuovo Parlamento da rappresentanti impegnati in un numero maggiore di collegi e costretti a ricoprire una più vasta area di territorio. Quindi la rappresentanza del cittadino sarà sempre più ridotta». L’altra variabile, secondo il sindaco, riguarda la composizione delle liste. «E’ diventata veramente una oligarchia di partito, troviamo gli amici più stretti, parenti, e ormai si fa a gara a chi è più fedele ai vari segretari nazionali. Questo allontana i cittadini e dunque gli elettori». Ed allora pare necessaria «una battaglia sulle preferenze, è l’unico strumento in grado di dimostrare realmente chi detiene il consenso sul territorio in Calabria». «La nostra – continua – è una regione piena di risorse e di tanti amministratori, imprenditori e semplici militanti. Sbaglia chi pensa che possedere la tessera di partito equivalga a non rappresentare la società civile, basti pensare ai sindaci». E per avvicinare i giovani alla politica, «non basta iscriversi a Tik Tok, gli adolescenti sono svegli e stanano con estrema facilità le trovate elettorali». «Ritengo più opportuno – chiosa – tornare nei territori, farsi contaminare dai territori e aprire le porte delle istituzioni ai cittadini e poi torniamo a riempire le piazze con i comizi e abbandoniamo le riunioni di caminetto».
x
x