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Toti: «La lotta alla criminalità organizzata deve occupare ogni giorno l’agenda del futuro governo»

Intervista al leader di “Noi Moderati” e presidente della Regione Liguria. «Non temiamo di essere schiacciati dai sovranisti». Tra le proposte «la revisione del reddito di cittadinanza, non servono…

Pubblicato il: 16/09/2022 – 10:03
Toti: «La lotta alla criminalità organizzata deve occupare ogni giorno l’agenda del futuro governo»

LAMEZIA TERME La lotta alla criminalità organizzata e alla ‘ndrangheta è «un tema che dovrà occupare ogni giorno l’agenda del futuro governo». Lo afferma Giovanni Toti, leader di “Italia al centro”, oggi confluita in “Noi Moderati”, e presidente della Regione Liguria, che in un’intervista in esclusiva al Corriere della Calabria si sofferma sui temi di maggiore attualità in vista delle elezioni del 25 settembre. Toti spazia dalle proposte sul piano economico – come «la revisione del reddito di cittadinanza» – ai temi più prettamente politici, affermando di «non temere di essere schiacciati dalle forze sovraniste» del centrodestra. Per il Sud e la Calabria la ricetta del leader di “Noi Moderati” è quella di «passare dal concetto di spesa a quello di investimento» nel senso che «ogni euro di denaro pubblico riversato sul territorio deve fruttare». Toti inoltre giudica «positiva» la decisione del governatore calabrese Occhiuto di ricorrere ai medici di Cuba «se si tratta di tamponare una situazione di emergenza che altrimenti rimarrebbe irrisolta», e condivide la battaglia del collega per il rigassificatore di Gioia Tauro.

Presidente Toti, siamo già verso il rush finale della campagna elettorale: quali sensazioni?
«Innanzitutto credo che convincere gli italiani ad andare a votare debba essere il primo obiettivo di tutte le forze politiche. In questa campagna elettorale, direi a dir poco atipica, imporre un progetto politico risulta al quanto ambizioso e complicato. Allo stesso tempo però non dispero di un bel risultato in Italia, credo che raggiungere il quorum del 3% sia un obiettivo alla portata del nostro schieramento. Per quanto riguarda la Liguria sono sicuro di ottimi risultati. “Noi Moderati” è l’unica vera novità in questa campagna elettorale: è una lista che sta nel centrodestra, l’unica coalizione in grado di garantire al Paese quelle grandi opere e quelle riforme per cui serve coraggio e che la sinistra ha affossato nelle sue varie forme negli ultimi 20 anni».

Dopo una fase nella quale si è valutata la possibilità di creare una vasta area moderata avete deciso di ritornare nell’alveo del centrodestra: quale contributo ritenete di dare alla coalizione? E non temete che “Noi Moderati”, come del resto Forza Italia, rischiano di essere schiacciati dalle forze sovraniste?
«”Noi Moderati” ha l’obiettivo di portare all’interno del centrodestra quella cultura di Governo, quell’equilibrio, quella pragmaticità e quel senso di responsabilità con cui abbiamo affrontato tante sfide in questi anni, a partire dalla caduta del Ponte Morandi fino ad arrivare al Covid e alla ripartenza della nostra economia. La nostra lista nasce con una vocazione ben precisa: restituire alla parte riformista, popolare e liberale del centrodestra e di questo paese una casa dove stare. Il polo moderato è l’antidoto all’antipolitica, rappresenta la possibilità di dialogo con i cittadini sul piano della verità e non degli slogan. Credo che gli italiani debbano dare fiducia alla politica e in particolare a quelle forze politiche che hanno dimostrato di saper fare le cose e cambiare davvero la realtà. Non temiamo di essere schiacciati dalle forze sovraniste: è chiaro che i moderati hanno avuto vita grama nel centrodestra, sono stati divisi in mille rivoli, con Forza Italia che ha perso consenso. Molte anime di questa dispersione sono state capaci di riunirsi poche volte, proprio com’è successo qui in Liguria. Per questo vogliamo costruire una casa ampia e forte per tutti i moderati».

Nella coalizione inoltre non mancano le diverse visioni su temi importanti come le alleanze internazionali, le sanzioni alla Russia, lo scostamento di bilancio per affrontare il caro bollette: la convivenza nel (probabile) futuro governo sembra un po’ complicata…
«Aver messo insieme un gruppo omogeneo, con sensibilità diverse ma idee simili è stato un atto di grande responsabilità: con la nostra lista “Noi Moderati” riteniamo di poter offrire ai cittadini una proposta seria che arriva da persone che hanno maturato significative esperienze amministrative. Il centrodestra è la coalizione che maggiormente può garantire agli italiani una serie di cose che servono al Paese: ascensore sociale, infrastrutture, mercato del lavoro, revisione del reddito di cittadinanza, politiche economiche coerenti al momento di crescita che deve vivere l’Italia. Tutto questo, al di là di delle varie piccole differenze, credo che il centrodestra lo rappresenti nel migliore dei modi e lo rappresenterà ancora di più se avrà al suo interno una lista forte e moderata, come la nostra».

Tra i temi al centro del dibattito sembra essere del tutto assente il tema del Mezzogiorno e dello sviluppo delle Regioni del Sud come la Calabria: è così?
«Certamente l’importanza del tema è sottostimata. Il Sud presenta il maggior differenziale di sviluppo e dunque il maggior potenziale di crescita. Non a caso al Mezzogiorno è riservata una quota rilevantissima del Pnrr».

A regioni come la Calabria serve il reddito di cittadinanza? O serve altro?
«Per queste terre noi proponiamo innanzitutto un cambio di paradigma: passare dal concetto di spesa a quello di investimento. Ogni euro di denaro pubblico riversato sul territorio deve fruttare. Per questo servono a poco le erogazioni a pioggia finalizzate soprattutto a perpetuare sistemi di potere, mentre compito dello Stato dovrebbe essere quello di creare condizioni di contesto affinché il Sud possa attrarre investimenti, farli fruttare e camminare sulle proprie gambe».


Altro tema molto “sensibile” è la lotta alla criminalità organizzata e soprattutto alla ‘ndrangheta, che ormai è un fenomeno globale, ma è un tema completamente accantonato in questa campagna elettorale. Per realtà come quella calabrese questo silenzio è piuttosto preoccupante…
«La sicurezza e una cornice di legalità e certezza del diritto fanno parte a pieno titolo delle condizioni di contesto di cui parlavo poc’anzi. Nonostante ormai anche la criminalità organizzata si sia adeguata alla globalizzazione, per i giovani di alcune aree d’Italia essa rappresenta una sorta di deficit di partenza. Una penalizzazione “ambientale”, che frustra la concorrenza e le aspettative di crescita e induce tanti ragazzi ad andar via. Si tratta di un tema che dovrà occupare ogni giorno l’agenda del futuro governo».

Restando in Calabria, un altro dei temi “caldi” è l’emergenza sanitaria: come valuta la decisione del suo collega calabrese Occhiuto di ricorrere ai medici di Cuba per sopperire nell’immediato alle gravi carenze di organico? E come valuta in generale la situazione della sanità calabrese?
«Se si tratta di tamponare una situazione di emergenza che altrimenti rimarrebbe irrisolta o di far funzionare i pronto soccorso che resterebbero sguarniti di personale, è una opzione che può essere positiva. Da governatore so quale responsabilità gravi sulle Regioni nella gestione della sanità, sapendo che ogni scelta può ricadere non solo sulla dimensione amministrativa ma anche e soprattutto sulla salute di ogni singolo cittadino. In questo senso, sopperire alle carenze d’organico ricorrendo alla collaborazione dei medici cubani può avere un senso per quanto riguarda non i reparti specialistici ma il pronto soccorso e servizi di emergenza come quelli che riguardano anestesisti e rianimatori. Resta inteso che, come ha chiarito il governatore Occhiuto e come stiamo facendo anche in Liguria con altri strumenti, si tratta di interventi contingenti che ci devono procurare il tempo necessario a far sì che le misure strutturali come i concorsi inizino a dispiegare i loro effetti strutturali sui sistemi sanitari regionali».

L’emergenza energetica: in ballo c’è il progetto di realizzare anche in Calabria, nell’area di Gioia Tauro, un rigassificatore, progetto fortemente sostenuto da Occhiuto: cosa ne pensa?
«Tutto il bene possibile. L’Italia sta scontando in maniera drammatica anni e anni di politica del “No”. Dove in passato è stata impedita la realizzazione di rigassificatori e grandi opere di infrastrutturazione energetica, il conto economico e occupazionale dell’occasione persa è qualcosa di difficilmente calcolabile per eccesso di rialzo. Noi in Liguria ospitiamo già un rigassificatore e come abbiamo già detto siamo pronti a ospitarne un altro ancora. E poi, indipendenza energetica significa maggiore sovranità, significa capacità di coltivare i propri interessi e parare i contraccolpi internazionali. Ho proposto qualche tempo fa un meccanismo molto semplice e sperimentato con successo altrove: incentivare con premialità economiche e fiscali le comunità che accettano di ribaltare il fenomeno del “Nimby”, mettendo a disposizione delle opere di pubblica utilità i territori di propria pertinenza. Una risposta fattuale, potente, al mito infelice della decrescita».

Presidente Toti, ultima domanda, “Noi Moderati” in Calabria: quale risultato si aspetta da queste elezioni?
«Un ottimo risultato. Per l’impegno che i nostri candidati, quadri e dirigenti stanno profondendo nella causa. Per il radicamento dimostrato innanzitutto in terre come la Calabria. E soprattutto per la linearità e la grande attualità della nostra posizione politica. ‘Noi Moderati’ si rivolge a una fascia di popolazione che chiede pragmatismo e buonsenso, che era contraria alla caduta anticipata di Mario Draghi ma che non voterebbe mai a sinistra. Né quella ufficiale, né quella che si presenta sotto le mentite spoglie di terzi o quarti poli. Lo spazio politico è molto rilevate, la qualità delle squadre in campo lo è altrettanto. I media, complice la progressiva polarizzazione della campagna, con ogni evidenza non ci aiutano. Ma confidiamo che dove non arrivano i mezzi di comunicazione, possa arrivare la consapevolezza dell’importanza di dare forza a una formazione moderata che potrà portare le ragioni del buon senso all’interno della compagine di governo e farle contare». (ant. cant.)

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