Alibante, Palermo lascia il carcere: andrà ai domiciliari
La decisione del Tribunale di Lamezia è legata alle condizioni di salute del docente Unical accusato di essere prestanome di Bagalà

COSENZA Passa dal carcere agli arresti domiciliari Vittorio Palermo, docente di Economia Aziendale all’Unical accusato di associazione mafiosa nell’ambito del procedimento Alibante, inchiesta della Dda di Catanzaro sulle infiltrazioni mafiose nell’area del Medio Tirreno catanzarese. Palermo, secondo l’accusa, sarebbe stato uno dei prestanome del presunto boss Carmelo Bagalà, per conto del quale avrebbe intestato un residence utilizzato come struttura per l’accoglienza dei migranti prima alla società Turismo e Sviluppo, poi a Eurolido. La scarcerazione è legata all’accoglimento dell’istanza presentata dai legali Guido Contestabile, Mario Auriemma e Francesco Giovinazzo; il Tribunale ha ritenuto troppo afflittiva la misura della detenzione in carcere anche a causa delle precarie condizioni di salute del docente. Dall’esame della documentazione legata alla posizione di Palermo sarebbe peraltro emerso un errore procedurale che avrebbe fatto decadere parte delle contestazioni a carico del docente dell’Unical, per il quale resterebbero valide soltanto le accuse dal 29 novembre 2016 in poi.