Narcotraffico nel porto di Gioia Tauro, latitante trovato in un bunker a Platì – VIDEO
Franco Barbaro si era sottratto alla cattura. Chiesto l’intervento dello Squadrone Eliportato “Cacciatori” dei Carabinieri di Vibo Valentia

PLATÌ Uno dei 36 arrestati ieri nell’operazione sul traffico di droga che transitava dal porto di Gioia Tauro si era nascosto all’interno di un bunker a Platì, nella Locride, dove è stato arrestato dalla guardia di finanza e dai carabinieri dello Squadrone Eliportato “Cacciatori”. Si tratta di Franco Barbaro, di 46 anni, detto “Colosso”, figlio del boss Rosario detto “u Rosi” ritenuto al vertice dell’omonima cosca di Platì.
Al momento del blitz, la guardia di finanza aveva circoscritto l’immobile del comune pre-aspromontano dove con ogni probabilità si era nascosto l’indagato destinatario dell’ordinanza di custodia cautelare. Chiesto il supporto specialistico dello squadrone “Cacciatori” dei carabinieri di Vibo Valentia, Barbaro è stato stato individuato all’interno un vero e proprio bunker.
Le accuse a Barbaro: avrebbe finanziato parte di un carico di 2 tonnellate di coca
Nell’ambito dell’operazione, coordinata dalla Dda di Reggio Calabria, il quarantaseienne è accusato di traffico internazionale di droga. Secondo i pm, infatti, il figlio del boss avrebbe finanziato parte di un carico di oltre 2 tonnellate di cocaina arrivato al porto di Gioia Tauro il 14 marzo 2021 a bordo di una nave partita dalla Colombia e transitato da Panama. A dimostrazione del coinvolgimento di Barbaro nell’affare della droga ci sarebbero numerose intercettazioni telefoniche. Per gli investigatori, infatti, quale committente della droga Franco Barbaro veniva «informato da Bartolo e Antonio Bruzzaniti sull’andamento dell’attività».