Crotone, in consiglio comunale non passa una pregiudiziale sulle donne iraniane
Voto contrario della Venneri e della Cappareli alla proposta di inserire l’odg da parte di Meo

CROTONE Non passa nel consiglio comunale di Crotone una pregiudiziale per aggiungere un nuovo punto all’ordine del giorno riguardante la vicenda delle donne iraniane. Sulla proposta avanzata dal consigliere Fabrizio Meo si è avuto, infatti, il voto contrario delle consigliere Dalila Venneri e Chiara Capparelli e l’astensione della consigliera Paola Liguori. Tutte donne. Il punto non è stato, quindi, inserito all’ordine del giorno perché il regolamento richiedeva il voto unanime dei presenti. Venneri e Liguori hanno voluto chiarire le motivazione della scelta, mentre Capparelli, sino ad ora, non ha inteso spiegarne le ragioni. “Chi mi conosce e segue le mie battaglie – scrive Venneri – sa benissimo da che parte sto e come la penso in materia di diritti civili, specie quando questi hanno a che fare con le donne. Ma sa anche molto bene quanto leale e coerente nelle mie azioni sono sempre stata”. Venneri non sarebbe stata contraria ad inserire il punto all’ordine del giorno se la proposta arrivava in Consiglio dopo un confronto nella commissione Pari opportunità. “Chiariamo bene, – scrive Venneri – Il mio voto contrario non era riferito di certo in opposizione alla solidarietà nei confronti delle donne Iraniane, che fermamente e sinceramente ritengo essere una questione così importante e delicata tale da non permettere a nessuno di strumentalizzarla e renderla propaganda politica personale, senza che poi si tramuti in azioni quotidiane di fatto”. Continuando, Venneri aggiunge: “E’ facile sostenere con due righe e belle parole le donne che muoiono per la rivendicazione di diritti umani e civili non riconosciuti, quando poi di fronte alle donne “vicine” si utilizzano comportamenti opposti”. “Dispiace, inoltre, – aggiunge Venneri – apprendere che tale proposta sia stata avanzata dalla presidente dell’associazione Disegno Sociale, che conosco e stimo, avendo ella stessa lo strumento per proporre in seno al consiglio l’argomento, attraverso una proposta che poteva e doveva essere fatta nella commissione pari opportunità, di cui fa parte”. Facendo partire la proposta nella commissione Pari opportunità, a parere di Venneri, si sarebbe aperto “un dibattito più ampio e costruttivo ed una riflessione sentita e partecipata tra donne che hanno il compito di portare avanti anche argomenti politici di tale portata, ricordando a tutte e a tutti che è questa la vera politica, quella con la P maiuscola, il nostro sguardo sul mondo”. La strada scelta, invece, presta fianco ad eventuali speculazioni politiche e “sarebbe il caso di smascherare questo falso buonismo e iniziare a dichiarare le proprie idee senza timore di essere sottoposte a critiche mediatiche, perché chi ha la ferma consapevolezza delle proprie azioni non deve avere alcun dubbio nel mostrarle ed eventualmente motivarle”. Liguori è più diretta nell’indicare la sua scelta di astenersi:”Ho ritenuto strumentale la proposta di un consigliere che ha votato contro il Ddl Zan e si è espresso contro l’istituzione del Museo di Pitagora (era uno dei punti all’ordine del giorno della seduta del 5 ottobre, ndr) che consente alla cooperativa assegnataria della gestione di accedere a finanziamenti”. Anche Liguori, quindi, considera strumentale, sul piano politico, la proposta del consigliere Meo di discutere del dramma delle donne iraniane.