SANTO STEFANO DI ROGLIANO Assolta perché il fatto non sussiste. È questa la decisione adottata dal giudice monocratico del Tribunale di Cosenza, Marco Bilotta, che ha prosciolto con formula piena il sindaco di Santo Stefano di Rogliano Lucia Nicoletti.
L’inchiesta ed il conseguente processo ha preso spunto da un esposto-denuncia presentato nel settembre 2019 ai Carabinieri Forestali di Rogliano dai consiglieri di minoranza Franco Garofalo e Simona Mancuso che lamentavano il deposito incontrollato di rifiuti nei pressi dell’area esterna della palestra polifunzionale comunale “Giuseppe Venneri”.
«La sindaca, assistita nel processo dall’avvocato Antonio Quintieri del Foro di Cosenza – si legge in una nota – ha dimostrato la propria totale innocenza documentando l’attività dell’amministrazione Comunale che già in tempi non sospetti (2018) aveva richiesto i preventivi di spesa alle ditte specializzate e adottato determinazioni per consentire lo smaltimento del materiale rinvenuto che era stato solo temporaneamente riposto nell’area (non accessibile al pubblico poiché protetta da recinzione e cancello con lucchetto). Parte del materiale era stato rinvenuto da personale del comune in località “Rigiromo” abbandonato da ignoti (quì davvero “incustodito” e potenzialmente pericoloso poiché a diretto contatto con la terra) nel corso di attività di pulizia straordinaria e trasferito temporaneamente nella suddetta area in attesa dello smaltimento poi regolarmente effettuato».
«Si tratta dell’ennesima vicenda giudiziaria innescata dalla minoranza consiliare che finisce in una bolla di sapone, facendo giustizia rispetto all’operato dell’Amministrazione comunale che mi onoro di guidare. Dispiace che si facciano disperdere risorse importanti al sistema giustizia e alle casse comunali per iniziative della minoranza che puntualmente finiscono nel nulla». Così ha commentato la sentenza la sindaca, Lucia Nicoletti, che ha espresso «grande soddisfazione e sollievo per una vicenda che l’ha vista per la prima volta varcare la soglia di un Tribunale».
«Invece di interpellare direttamente la Procura – ha aggiunto – i consiglieri Garofalo e Mancuso avrebbero fatto meglio a segnalare direttamente il caso alla sottoscritta che li avrebbe informati sulle azioni già in essere per lo smaltimento del materiale. Evidentemente hanno ritenuto prevalente l’obiettivo di colpirmi sul piano giudiziario (il consigliere Garofalo oramai è avvezzo alla denuncia penale quale stile di opposizione) rispetto a quello tanto sbandierato della tutela dell’ambiente che dicono a parole di voler perseguire».
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